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La doppia vita di Madeleine Collins | Virginie Efira e un thriller che guarda a Hitchcock

Terzo lungometraggio per Antoine Barraud che si riallaccia alla migliore tradizione del genere mystery

La doppia vita di Madeleine Collins
La doppia vita di Madeleine Collins è il terzo lungometraggio di Antoine Barraud

MILANO – Una donna entra in un lussuoso negozio d’abbigliamento e valuta con la commessa diversi abiti da acquistare. Una volta entrata in camerino, sviene per un malore improvviso, per poi perdere addirittura la vita qualche istante dopo in circostanze a noi ignote. Questi i primi minuti di La doppia vita di Madeleine Collins, terzo lungometraggio di Antoine Barraud presentato a Venezia 78 nella sezione autonoma e parallela delle Giornate degli autori 2021, che, fin dalle prime battute, lancia una chiara sfida allo spettatore: saper essere paziente nel capire chi sia quella donna e come si leghi alla vicenda poi narrata nel film.

La doppia vita di Madeleine Collins
Virginie Efira è la protagonista di La doppia vita di Madeleine Collins

Da un momento dopo seguiamo infatti Judith (Virginie Efira), un’interprete costretta a viaggiare spesso, che nella vita si è ritagliata un doppio ruolo. Pienamente a suo agio in quest’ambiguità, a Ginevra è la compagna di Abdel (Quim Gutiérrez) e la mamma di una bambina piccola, mentre a Parigi è la moglie del noto direttore d’orchestra Melvil (Bruno Salomone), con cui ha avuto due figli adesso in età adolescenziale. È molto delicato l’equilibrio tenuto in piedi dalle bugie di Judith ma, se per diverso tempo sembra reggere abbastanza bene, all’improvviso tutto inizia a vacillare dietro ai sospetti e alle richieste d’attenzione dei suoi cari.

Una scena de La doppia vita di Madeleine Collins

Del suo film Barraud ha giustamente dichiarato inizi dalla Z per finire con la A. Si è continuamente sballottati con grande maestria tra le due vite di Judith con un disvelamento progressivo della realtà dei fatti: se da un lato questo può stancare lo spettatore più impaziente, stuzzica al contempo l’istinto investigativo di quello più curioso. Ed è una bella soddisfazione quando, come nel famoso gioco enigmistico, si uniscono i puntini e si scopre chi si celi dietro la misteriosa donna. Ciò che più incuriosisce è soprattutto come Judith riesca ad essere se stessa e sia pienamente appagata nei due diversi contesti in cui opera, anche se poco consapevole delle conseguenze delle sue azioni. La doppia vita sembra, in certi casi, le offra addirittura la possibilità di realizzarsi ancor più pienamente, colmando in un’esistenza le mancanze dell’altra.

 La doppia vita di Madeleine Collins
Un’immagine del film

All’interno di queste coordinate, il film si riallaccia alla migliore tradizione del genere mystery, guardando a La donna che visse due volte come evidente modello di riferimento. Pur non raggiungendo le inarrivabili vette del modello hitchcockiano, Judith/Madeleine condivide i nomi assegnati a Kim Novak ed è anche lei una donna disposta a compromessi, pur di sopperire a qualcosa che viene a mancare. Dopo Benedetta di Paul Verhoeven, Virginie Efira sembra voler calcare le orme di Isabelle Huppert nell’accettare ruoli forti e scomodi, in cui poter dimostrare fascino e credibilità. Alla terza prova, dopo svariati apprezzamenti a Locarno e Berlino, Barraud le affianca peraltro l’indimenticabile Jacqueline Bisset, algida e scostante (ma sempre elegantissima) nel ruolo della madre di Judith.

Virginie Efira è Madeleine Collins

La doppia vita di Madeleine Collins (Prime Video, Apple TV+) non è esente da difetti e vacilla un po’ con l’approssimarsi della conclusione, ma registra comunque la presenza nell’odierno panorama di un regista da tenere d’occhio. Sono soprattutto le abilità di scrittura ed un approccio leggero ma non banale a tematiche sociali, quali la genitorialità, a farne forte motivo di interesse. Se infatti era spesso accaduto in passato di vedere al cinema uomini divisi tra più case e più famiglie, è forse tra le prime volte in cui sia una donna a vestire quei panni: ben venga dunque la voglia di sfidare canoni cinematografici e stereotipi sociali.

  • OPINIONI | Benedetta, il film maledetto di Paul Verhoeven
  • VIDEO | Qui per il trailer de La doppia vita di Madeleine Collins:

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