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Benedetta | Virginie Efira, le polemiche cristiane e il film maledetto di Paul Verhoeven

Dopo quasi due anni di attesa e di feroci contestazioni, Benedetta arriva al cinema. Ma com’è?

Benedetta
Virginie Efira con Paul Verhoeven sul set di Benedetta.

ROMA – Nel XVII secolo, a Pescia, provincia di Pistoia, la giovane Benedetta Carlini, figlia di una facoltosa famiglia toscana, entra in convento teatino gestito dalla badessa Felicita per intraprendere il percorso monacale. Diciotto anni dopo, in piena Controriforma, durante una rappresentazione teatrale dove interpreta la Vergine Maria, Benedetta ha una visione di Gesù Cristo che la chiama. Pochi giorni dopo, una contadina di nome Bartolomea cerca rifugio in convento per sfuggire da un padre violento. Benedetta è incaricata di prendersi cura di lei, facilitandone l’integrazione nella vita del convento. Quella notte le due donne si baceranno e la loro vita cambierà per sempre. Da qui parte Benedetta, il film maledetto di Paul Verhoeven lungamente atteso che venne presentato a Cannes addirittura nel lontano luglio 2021.

Benedetta di Paul Verhoeven, finalmente al cinema dal 2 marzo grazie a Movies Inspired
Virginie Efira in una scena di Benedetta.

Verhoeven ne aveva immaginato la realizzazione già all’indomani del successo di critica e pubblico di Elle tanto che avrebbe dovuto vedere la luce distributiva già nel 2019 a Cannes, poi rimandata causa slittamento della post-produzione a seguito di un intervento chirurgico all’anca il cui post-operatorio ha afflitto il regista per mesi. Non ultimo, la pandemia da COVID che ne ha impedito la partecipazione a Cannes nel 2020 fino ad arrivare a Cannes74, nel 2021, dritto in concorso, dove il già chiacchierato Benedetta era sulla bocca di tutti. Quasi due anni e un fiume di polemiche dopo, arriva nei cinema italiani adesso grazie alla sempre attenta Movies Inspired e l’impressione è che ne sentiremo delle belle.

Daphné Patakia, Virginie Efira e Charlotte Rampling in una scena di Benedetta
Daphné Patakia, Virginie Efira e Charlotte Rampling

Basti pensare a quel che è successo al New York Film Festival nel 2021, dove il gruppo cattolico The American Society for the Defense of Tradition, Family and Property ha denunciato Benedetta come blasfemo per la rappresentazione del lesbismo nel quadro scenico religioso del convento organizzando numerose (e accese) proteste. Oppure in Russia, dove il gruppo religioso della Chiesa Ortodossa The Forty Forties ha inviato talmente tante segnalazioni al Ministero della Cultura da impedirne la distribuzione. Dello stesso avviso l’IMDA di Singapore che ha negato a Benedetta il visto e la classificazione per la distribuzione nel Paese. Perché? «Rappresentazioni insensibili di Gesù Cristo e di membri della Chiesa che sono offensive per la Fede cristiana e cattolica…».

Il film, ispirato alla vita di Benedetta Carlini, è tratto dal saggio Atti impuri di Judith C. Brown

Tutte polemiche che hanno ovviamente infuocato l’interesse intorno a Benedetta, a tutti gli effetti oggi l’autentico erede spirituale dei blasfemi Narciso nero di Powell & Pressburger e I diavoli di Ken Russell. Tratto dal saggio Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento (Immodest Acts: The Life of a Lesbian Nun in Renaisence Italy, lo trovate qui) pubblicato nel 1986 dalla saggista argentina naturalizzata statunitense Judith C. Brown, il film è ispirato alla vita della mistica Benedetta Carlini, su cui si espresse così lo stesso Verhoeven: «Non capisco come possa essere blasfemo qualcosa che è successo. Non puoi cambiare la storia dopo il fatto. Puoi parlare di quello che era sbagliato o no, ma non puoi cambiare la storia. Penso che la parola blasfemia sia del tutto stupida e sbagliata in questo caso…».

Daphné Patakia e Virginie Efira in una scena di Benedetta
Daphné Patakia e Virginie Efira

Questa la ratio alla base dello script delineato da Verhoeven e lo sceneggiatore David Birke (di nuovo in coppia dopo Elle), originariamente intitolato Beata Vergine/Blessed Virgin e definito da Verhoeven come: «Intriso del senso del sacro, fantasioso e affascinante che esplora l’intersezione tra religione, sessualità e ambizione umana in un’epoca di pestilenza e Fede. Sin da bambino mi sono interessato al sacro». E quindi rimane però una domanda da evadere: ma com’è Benedetta? Un’opera di assoluto rigore registico dal ritmo concitato, trasudante desiderio e sensualità dalle sue immagini proibite, che è ode d’amore e vita caotica e onirica nell’estasi religiosa e carnale della ri-scoperta di sé spontanea. Un film tutto avvolto intorno a un’Efira straordinaria ed esplosiva – ha appena vinto il César per Revoir Paris –  eterea e al contempo terrena, profetessa e discepola. In altre parole, un film imperdibile. Con o senza polemiche…

  • PREVIEW | Benedetta, Verhoeven e un film che fa discutere
  • VIDEO | Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

 

 

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