MILANO – Un giorno Harold Crick (Will Ferrell) si sveglia e sente una voce in testa, una voce che descrive in modo dettagliato i suoi gesti quotidiani, le sue manie, la sua ordinaria esistenza. Perché Harold Crick è un uomo banale, privo di sussulti, un cittadino corretto, arido e pignolo che fa un lavoro che rispecchia in pieno il suo modo d’essere: l’esattore delle tasse. Per cercare di porre fine a questa voce, Harold chiede aiuto ad un professore di letteratura, Jules Hilbert (Dustin Hoffman), che gli suggerisce di capire se la narrazione sia una commedia o una tragedia. Così scoprirà che la narratrice esiste realmente, ed è la scrittrice Karen Eiffel (Emma Thompson), che non lo conosce e lo ha soltanto immaginato come il protagonista del romanzo di cui si sta occupando.
Sperando di trovarsi in una commedia, Crick si lascia andare a emozioni che prima rifuggiva, come il sentimento amoroso nei confronti della pasticciera Ana Pascal (Maggie Gyllenhaal) e la passione per il rock e la chitarra elettrica. La commedia più sottovalutata (e dimenticata) del terzo millennio? Non ci sono dubbi, è proprio questa, Vero come la finzione, firmata da Marc Forster e uscita nel 2006 con scarsa fortuna. La sceneggiatura di Zach Helm (di recente anche sullo script di Acque profonde con Ben Affleck) è miracolosa: intelligente, brillante, capace di mescolare il meglio di temi affrontati in altre pellicole come Se mi lasci ti cancello e Il ladro di orchidee. Qui dentro c’è tutto, dal rapporto tra arte e realtà al discorso metanarrativo su noi spettatori che ci rispecchiamo in un’opera letteraria o cinematografica.
Ma il tono non è elitario o intellettualistico, perché tutto funziona come in una commedia sentimentale di Billy Wilder: gag, equivoci, incomprensioni. E soprattutto un personaggio irresistibile, quello di Harold Crick, interpretato da un immenso Will Ferrell (che quando avrà il credito che si merita sarà sempre tardi) nella sua prova più complessa e matura. Crick è un individuo come tanti, innocuo e sottomesso dal suo ruolo istituzionale, che di fronte alla possibilità di una morte imprevedibile si fa travolgere dal fascino della bella Ana (un’incantevole Gyllenhaal), presentata allo spettatore come il suo opposto: fiera anarchica, spirito libertino, ostile alle regole, nemica della legge e delle istituzioni: «Ho deciso che se dovevo migliorare il mondo l’avrei fatto coi biscotti…».
La loro storia d’amore è originale, divertente e romantica come raramente è capitato di vederne. Tutto è perfetto, e non capita spesso di vedere attori come Dustin Hoffman ed Emma Thompson vestire i panni di comprimari eppure stare tanto magnificamente al gioco, tra classe e autoironia. Vero come la finzione – in streaming al momento è solo su Rakuten – è un film preciso, studiato al millimetro, puntuale più dell’orologio al polso di Will Ferrell, ma dietro cui si cela un commovente animo punk, ribelle, anticonformista, rafforzato dalla grande colonna sonora firmata dagli Spoon e dalla canzone di cui Crick è perdutamente innamorato: Whole Wide World del cantautore inglese Eric Wreckless (qui), un vecchio pezzo del 1977 in cui riflette la sua vita…
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- VIDEO | Qui il trailer originale di Vero come la finzione:
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