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Keira Knightley: «La mia Colette? Una femminista ribelle che non ha mai avuto paura di nulla»

I film in costume, Dominic West, la parità: l’attrice inglese racconta Colette, ora in streaming su CHILI

Keira Knightley con Denise Gough in posa sul set di Colette.

ROMA – Sì, siamo abituati a vedere Keira Knightley in costume e, da Anna Karenina a Ginevra, a guardarla indossare vari panni di eroine della letteratura. Ma in Colette – ora in streaming su CHILI  – somiglia più ad Elizabeth Swann de I pirati dei Caraibi che ad una delle sorelle Bennett di Orgoglio e pregiudizio. La ragione? Semplice: l’autrice francese che dà il nome al film indossa abiti femminili con larghe sottovesti, ma ha l’anima di una guerriera, come vi avevamo raccontato nelle nostre Storie. Una, per capirci, che ad un certo punto non ne può più del marito violento (Dominic West), che ha usato il suo libro spacciandolo per proprio. Ecco cosa ha raccontato a Hot Corn la Knightley riguardo a questo nuovo viaggio cinematografico.

Keira Knightley con Eleanor Tomlinson e il regista Wash Westmoreland sul set. Foto di Robert Viglasky.

IO & COLETTE – «Sì, avrei voluto essere un po’ più come lei, questo sì. Disinvolta e sicura di sé. Mi ci sentivo quando la interpretavo, con la schiena dritta e la testa alta a camminare sul set. Questo portamento dice molto di lei, una donna che ha trovato la sua voce e non ha mai esitato a farla sentire. A volte, a dire il vero, m’immedesimavo a tal punto che Wash (Wash Westmoreland, il regista, nda) doveva bloccarmi e chiedermi di fare un po’ meno».

La vera Sidonie-Gabrielle Colette in arte Colette in abiti maschili.

UN GENIO – «Molti, me compresa, Colette l’hanno conosciuta attraverso il musical Colette tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice, ma quando ho ottenuto la parte ho iniziato a divorare i suoi libri uno dopo l’altro – il mio preferito resta La vagabonda – pur non essendo poi riuscita a leggerli tutti per mancanza di tempo. Volevo sentire risuonare dentro di me la sua voce attraverso le parole che ha scritto. Dal momento che l’immagine che voleva dare di sé al mondo passava attraverso il suo lavoro mi è sembrato l’approccio migliore per capirla».

Ancora Keira Knightley con il regista sul set prima di una ripresa.

IO & DOMINIC – «Con Dominic ci siamo conosciuti sulla pista da ballo dove avremmo dovuto imparare la polka per una scena. Uso il condizionale perché non ci siamo mai riusciti. Insieme eravamo pessimi, così il passaggio che era previsto nello script è stato tagliato dal montaggio – chissà che non lo vediate nei contenuti speciali – ma almeno quell’imbarazzo è servito a qualcosa, visto che abbiamo rotto il ghiaccio».

Con Dominic West in una scena del film.

IL SUO STILE – «Lo stile di Colette è così androgino che è stato difficile trovare abiti d’epoca che potessero essere adatti ma la costumista ha girato in lungo e in largo per trovarne di usati invece che cucirne di nuovi come si fa di solito per i film in costume. Non indosso il corsetto volutamente perché in questo modo il personaggio si muove in modo diverso e più libero rispetto alle altre donne in scena. La vediamo rilassata nella sua identità. E a suo agio con la sua ribellione».

Un altro ritratto della vera Colette.

FILM IN COSTUME – «Mi riprometto sempre di non girare più film in costume perché sono piuttosto scomodi da fare, ma alla fine arriva una sceneggiatura che mi conquista e non so resistere. Colette era il personaggio migliore che ho avuto tra le mani di questi tempi e non potevo certo rifiutarlo. E, non so come mai, ma nella mia carriera i ruoli più profondi sono stati sempre quelli legati ad altre epoche, vibranti e catartici forse proprio perché legati al passato, all’immaginario e alla fine».

Keira Knightley in Anna Karenina. Era il 2012.

IL FEMMINISMO – «Sul femminismo c’è ancora molto da fare ma questa volta almeno la conversazione è iniziata. Cosa chiediamo? Vogliamo essere rappresentate e vedere sullo schermo donne complesse che riflettano chi siamo e chi vogliamo essere. E sono questi i personaggi che cerco, quindi lotto per avere l’opportunità che vengano creati. Prendete Colette: c’è nel film una lunghissima scena di sesso che per me rappresenta una dichiarazione d’intenti fortissima perché vediamo una donna che segue i suoi desideri…».

  • Potete vedere Colette in streaming su CHILI

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