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Jorge Cuchí: «Con 50 racconto il dramma inascoltato del Blue Whale»

Il regista messica debutta alla regia con un film profondo e disturbante. In Concorso alla SIC 35

50 (or two whales meet at the beach) di Jorge Cuchí
50 (or two whales meet at the beach) di Jorge Cuchí

VENEZIA – Messico City, Félix, 17 anni, riceve un invito su WhatsApp: “Vuoi giocare alla Blue Whale?”. Il ragazzo accetta e incontra Elisa. 50 (or two whales meet at the beach) – in Concorso alla Settimana della Critica, è il debutto alla regia di Jorge Cuchí. Il regista messicano, con anni di attività nel campo della pubblicità per cinema e TV, sceglie una storia legata alla cronaca degli ultimi anni per ritrarre una generazione abbandonata a sé stessa da adulti assenti. Un’opera potente e disturbante ambientata in Messico ma che sarebbe potuta accadere ovunque.

I protagonisti di 50 (or two whales meet at the beach)
I protagonisti di 50 (or two whales meet at the beach)

Cosa significa per te questa storia?

«Quando ho sentito per la prima volta del Blue Whale Game al tg, – un gioco paradossale accusato della morte di adolescenti in tutto il mondo che mentre ti sfidava a vivere intensamente attraverso 50 sfide ti spingeva al suicidio -, sapevo che c’era una storia avvincente da raccontare. Ho scoperto che una delle sfide richiedeva al giocatore di incontrare un’altra “balenottera azzurra”, e questa informazione ha fatto esplodere un’ipotesi nella mia testa: se questo gioco fosse reale – alcuni dicono si tratti solo di una leggenda metropolitana – questa sfida potrebbe essere solo una scusa per l’amministratore di incontrare la sua vittima? E da quell’ipotesi è iniziata una storia d’amore nella mia mente. Ho visto l’incontro di due rappresentazioni di tristezza: una con un enorme carico di retroscena (che include la perdita di un genitore e una storia di abusi sessuali) e un’altra che è un enigma assoluto, un personaggio che dichiara di volersi uccidere solo perché è triste».

Karla Coronado e José Antonio Toledano
Karla Coronado e José Antonio Toledano

Proprio la tristezza è l’elemento che unisce i due protagonisti.

«È uno stato d’animo pericoloso e ancora più pericoloso se ad esso si aggiunge l’intensità con cui i giovani sperimentano i loro sentimenti. Scrivere la storia di 50 mi ha dato la possibilità di riflettere su molti temi: il rapporto tra adolescenti e tecnologia; il rapporto tra adolescenti e adulti; vita e morte; il potere dell’amore; ma soprattutto ho pensato molto al potere della tristezza. Quando ho finito la sceneggiatura non vedevo l’ora di condividere questi pensieri con gli altri».

50 (or two whales meet at the beach) di Jorge Cuchí
L’incubo del Blue Whale

Un ritratto potente e disturbante ambientato a Messico City ma che potrebbe accadere ovunque…

«Spero che la storia di Felix ed Elisa possa far capire meglio le persone, provare più rispetto e compassione per coloro che, per un profondo stato di tristezza, decidono di prendere quella che erroneamente viene chiamata la “Easy Way Out”. So che è un argomento delicato, ma ho osato affrontarlo perché sentivo di poterlo fare in modo intelligente e rispettoso».

50 (or two whales meet at the beach) di Jorge Cuchí
Una scena del film

Come hai lavorato sul set con i due attori protagonisti?

«Ho avuto la fortuna di trovare due dei migliori giovani attori del Messico: Karla Coronado e José Antonio Toledano. Karla ha fatto un provino fantastico, l’ho scelta subito. Quando ho visto il trailer di This is not Berlin di Hari Sama, dove Toledano ha un ruolo secondario, ho capito di aver trovato il mio Felix. Essendo 50 un film indipendente dovevamo arrivare sul set estremamente preparati. Abbiamo fatto molte prove e discusso sui personaggi. Quando abbiamo iniziato a girare eravamo già preparati. Mi piace fare riprese molto lunghe non solo perché intendo usarle non tagliate nel montaggio finale, ma anche per permettere agli attori di entrare davvero nei personaggi. Abbiamo anche girato la storia in ordine cronologico e ogni giorno apportavo modifiche alla sceneggiatura in base a ciò che ricevevo dai miei attori. A metà delle riprese, Karla e José Antonio non esistevano più. Erano Felix ed Elisa».

Karla Coronado e José Antonio Toledano
Karla Coronado e José Antonio Toledano in 50 (or two whales meet at the beach)

Il film ha uno stile visivo molto preciso…

«Non mostrando certi volti ho sottolineato l’assenza di persone che dovrebbero essere più presenti nella vita di questi ragazzi. La gente incolpa il gioco per il suicidio di adolescenti in tutto il mondo. Spero che il mio film aiuti a spostare quella colpa dal gioco ad altre entità come genitori, scuole, psicologi, tutti gli adulti (tutti noi, me compreso) che hanno l’obbligo di essere presenti nella vita dei nostri figli ma agiscono come se fossero ciechi o completamente assenti. Non sappiamo cosa sta succedendo nelle loro vite o nella loro testa, e forse se ci avvicinassimo, potremmo salvarne alcune, solo essendo più attenti, cercando indizi, interessandoci, essendo consapevoli di ciò che stanno guardando su Internet o più vigile nei confronti delle persone che lasciamo entrare nelle nostre case e vicino ai nostri figli. Felix ed Elisa non pensano di porre fine alle loro vite a causa del Gioco. Vogliono porre fine alle loro vite a causa della loro tristezza, perché altri hanno rovinato le loro vite mentre altri ancora non stavano guardando. Il Gioco diventa molto conveniente per noi che abbiamo bisogno di trovare qualcuno o qualcosa da incolpare oltre a noi stessi».

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