Manuela Santacatterina ROMA – «Esiste un briciolo di Anna in ognuno di noi. È capitato a tutti di mentire». È vero, tutti noi mentiamo. Bugie più o meno grandi, più o meno gravi. Mentiamo sui social dando spesso una nostra versione migliore, mentiamo ai colloqui di lavoro, alle persone che amiamo. Ma ammettiamolo, raramente una persona si ritrova a dover gestire una quantità pressoché infinita di bugie per ottenere un prestito di 22 milioni di dollari dalla City National Bank per realizzare in sogno di creare una fondazione con il proprio nome: la Anna Delvey Foundation. Lo ha fatto Anna Sorokin, o come preferiva farsi chiamare lei, Anna Delvey, la protagonista di Inventing Anna, serie Netflix creata e prodotta da Shonda Rhimes.
La Nostra Signora del piccolo schermo che negli anni ci ha regalato personaggi femminili come Meredith Gray, Olivia Pope e Annalise Keating questa volta ha acquisito i diritti di un articolo del New York, How Anna Delvey Tricked New York’s Party People, firmato da Jessica Pressler – la stessa giornalista il cui lavoro fu d’ispirazione per Hustlers – per raccontare la storia della più assurda truffa degli anni Duemila. A prestare il volto e l’accento alla protagonista troviamo Julia Garner, già ampiamente amata in Ozark, che ci regala il ritratto di una giovane donna determinata fino all’inverosimile.
Nata in una cittadina del sud est di Mosca per trasferirsi con la famiglia in Germania da adolescente, Anna arriva a New York nel 2013 e capisce che quello è il luogo giusto per realizzare la sua visione, un club privato super esclusivo con annessa fondazione artistica. Aveva anche trovato il luogo giusto per ospitarlo, l’esclusiva Church Missions House a Park Avenue. Ma come riuscire ad affittarlo? Prima di tutto doveva farsi un nome sulla scena newyorchese. Ci riesce in una manciata di anni. Dal 2013 al 2017, anno del suo arresto, lega il suo nome a quello di artisti, banchieri, imprenditori, influencer e chi più ne ha più ne metta.
Tutti pensano che Anna Delvey sia una ricca ereditiera tedesca con un fondo di 60 milioni di dollari da cui poter attingere. È così che ha truffato per milioni di dollari mezza East Coast che le avevano spalancato i circoli d’élite di New York. Inventing Anna ne racconta, in puro stile Shondaland, l’ossessione ai limiti del patologico per realizzare la sua visione. Una bugia se ripetuta più volte finisce per diventare vera, giusto? Nel caso di Anna, sì. Figlia di un camionista e una casalinga, Anna Sorokin si è convinta davvero di essere Anna Delvey e di appartenere ad un mondo esclusivo. Inventing Anna prova a ricostruire le tappe della sua ascesa e caduta attraverso l’inchiesta giornalistica di Vivian Kent (Anna Chlumsky), giornalista del Manhattan alla ricerca di una storia che possa farle riacquistare credibilità dopo un passo falso.
Sarà lei a dare ad Anna l’attenzione mediatica che la trasformerà in una celebrità. Nove episodi in cui la serie cerca di svelare l’enigma dietro Anna Delvey. Un obiettivo non del tutto raggiunto. La giovane donna si batte fino all’ultimo pur di non passare per una sciocca socialite ossessionata dal lusso ma per essere vista come un’imprenditrice con una visione. Inventing Anna non riesce però a chiarire a fondo il perché della sua cieca ossessione, delle bugie dette a se stessa anche una volta finita in carcere. Dietro quegli occhiali dalla spessa montatura nera resta il sogno di una ragazza senza mezzi che i mezzi se li è creati da sola prendendosi gioco dell’America ossessionata da soldi e successo.
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Qui sotto potete vedere il trailer di Inventing Anna:
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