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Il compleanno di Superman? È anche quello di New York

Il 18 aprile 1938 debuttava l’uomo d’acciaio. Che ha sempre avuto una spalla d’eccezione: la metropoli

I film con Christopher Reeve nei panni di Superman che sono stati girati tra gli anni Settanta e Ottanta qui nei cinque distretti della città, hanno completamente cementato New York nel mito per generazioni di lettori e spettatori e oggi, a distanza di ottant’anni dalla prima pubblicazione del fumetto, Superman non è più solo un alieno indistruttibile dall’aspetto umano, più potente di una locomotiva e capace di saltare alti edifici con un solo salto, ma è diventato un’icona assoluta. 

Un dettaglio di uno dei primi fumetti di Superman.

Action Comics pubblicò il suo numero 1000 il 18 aprile 1938, con ottanta pagine che raccontavano la storia degli iconici creatori del fumetto, Paul Dini, Dan Jurgens, John Cassaday, Brian Michael Bendis e Brad Meltzer. Mentre le generazioni di scrittori e artisti che hanno poi lavorato allo sviluppo di Superman hanno usato la loro immaginazione per riuscire a mantenere il personaggio moderno e sempre attuale, al medesimo tempo hanno anche sfruttato una grande risorsa per arricchire le loro storie: New York City. 

Christopher Reeve nei panni di Superman. Alle sue spalle, New York.

Non è certo un caso se Paul Levitz, scrittore nato a Brooklyn e redattore di DC Comics, tutt’ora continui ad usare le sue personali esperienze in città, specialmente per la loro diversità, per riuscire così ad aiutare i lettori ad immedesimarsi e connettersi con l’Uomo di acciaio e con il suo alter ego reporter, Clark Kent. Anche se i creatori di Superman – lo scrittore Jerry Siegel e l’artista Joe Shuster – sono cresciuti a Cleveland, hanno usato New York come fonte d’ispirazione per creare Metropolis come un’allegoria di speranza per la città.

Superman alle prese con la viabilità di Manhattan.

Quando il mondo di Superman cominciò a farsi strada negli anni Quaranta e Cinquanta con elementi ormai comuni come la Kryptonite, Jimmy Olsen e lo staff del Daily Planet, gli scrittori e gli artisti di New York usarono la città per sviluppare Metropolis (gli stessi Siegel e Shuster erano all’epoca affascinati dall’idea di affermarsi sulla scena editoriale newyorchese). Il condominio di Clark Kent al 344 Clinton St. così come il suo ufficio erano ispirati ai moderni condomini di Manhattan. 

344 Clinton Street nel fumetto di Superman.

Per i più recenti editori di Superman, come lo scrittore Peter J. Tomasi, aveva invece senso sottolineare il paesaggio urbano e la diversità di New York per trasmettere la compassione e l’eroismo di Superman, eroe sensibile in grado di entrare e adattarsi a una situazione differente di città ed essere coinvolto in quel tipo di mix urbano di tante persone, razze, credi e colori diversi. Il mutevole dinamismo della città ha così permesso ai narratori di dare una svolta diversa alle storie dell’eroe.

La redazione del Daily Planet a Manhattan.

L’aspetto migliore di tutto questo? Che grazie a questo viaggio assieme a Superman cambierà nel pubblico anche la percezione di New York, diversa dalla metropolitana con i graffiti e i ristoranti pieni di fumo della prima età adulta, pronta per fare da scenario a nuove e incredibili avventure della saga dell’uomo d’acciaio.  

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