in

Metti una sera a Brooklyn con Black Panther

Cronaca di un incontro speciale alla Brooklyn Academy of Music con Ryan Coogler, l’uomo del momento

NEW YORK – Non si parla d’altro e il botteghino ne è la prova. Se anche la stessa protagonista Lupita Nyong’o ha «perso amici» perché non aveva biglietti a sufficienza per la premiere di Black Panther, non c’è quindi stato da stupirsi se quando siamo arrivati al BAM – la Brooklyn Academy of Music – abbiamo trovato una fila lunga due isolati per quella che era considerata the hot night, ovvero uno screening del film con incontro con il regista, Ryan Coogler. Alcuni illustri ospiti come Spike Lee, Shaun Ross, Ty Hunter, Elle Varner e Chef Roble hanno approfittato dell’occasione e si sono vestiti a festa, giacca e cravatta dai colori vivaci, tutti per celebrare lo spettacolo afro-futuristico del blockbuster Marvel.

La Brooklyn Academy of Music su Lafayette, a Brooklyn, New York.

Cosa non è stato detto ancora su Black Panther, ultimo arrivato dell’universo Marvel? Un’opera con un budget altissimo, interpretato da un cast quasi completamente nero, scritto da due sceneggiatori neri e diretto da un regista nero, centrato su un mitico Paese africano. Elogiato e sostenuto da tutti, stampa, social media, pubblico (al momento è a 430 milioni di dollari di incasso) e addirittura da un’attrice come Brie Larson, che ha usato Twitter perfino per aiutare chi non poteva comprare i biglietti. Insomma, Black Panther è davvero il real deal.

Ryan Coogler al BAM con Abiola Oke, editore di Okay Africa. Foto: BAMCinematek.

Dopo la proiezione e la standing ovation, Coogler è salito sul palco per un Q&A moderato dall’editore di Okay Africa, Abiola Oke. Il regista ha attribuito la sua capacità di realizzare il film anche agli scrittori che hanno plasmato il mondo dei fumetti di Wakanda per quasi cinquant’anni. «Credo abbia a che fare con il continente, qui ci si occupa della colonizzazione, si fanno i conti con gli africani che controllano le loro risorse», ha precisato. Poi ha citato «gli sceneggiatori neri che si sono occupati e hanno custodito questi personaggi», un passo importante per un fumetto creato da due ebrei di New York (Stan Lee e Jack Kirby).

Un incontro simbolico alla BAM: Coogler con Spike Lee.

La loro era stata anche una trovata commerciale pensata per portare un pubblico afroamericano nel mondo dei fumetti, ammette Coogler, ma i Marvel Studios erano pronti per un film politico basato sulla colonizzazione e il rapporto tra afroamericani e africani. Poi ha rievocato la sua infanzia, e le conversazioni di identità sull’essere neri in America con i genitori («You’re black»), identità ricondotta alla storia africana attraverso la ferita della schiavitù. Quel desiderio di connettersi a una tradizione e il dolore del processo sono caratteristiche presenti in molti personaggi di Black Panther.

Un altro momento del Q&A alla BAM.

Prima delle riprese del film, la Marvel ha accettato di mandare il regista in Sud Africa per la ricerca creativa ed è avvenuta una riconnessione: accompagnando alcuni giovani sudafricani ad un rituale nella loro area, Coogler si è ritrovato a una festa in casa, un barbecue composto da diverse generazioni di amici e parenti, incredibilmente simile ai fine settimana trascorsi nella sua San Francisco: «Un evento che è stato quasi come un ritorno a casa». La conversazione è passata poi agli aspetti più tecnici del lavoro di regista e di come è riuscito a tradurre il suo stile intimo e collaborativo in un film tanto imponente.

Ancora Coogler. Black Panther è il suo terzo film dopo Fruitvale Station e Creed.

Oltre alla capacità di narrazione, Coogler ha concluso l’incontro apprezzando l’onestà degli interpreti del film: «Non voglio che un attore sul set faccia qualcosa che poi non viene bene perché è troppo spaventato per dirmi che secondo lui non funzionerà». Poi ha spiegato che il pubblico non si immedesima con il regista ma con gli attori, quindi si fida di loro per facilitare l’interazione mentre lui si concentra sugli aspetti più tecnici così da girare il miglior film possibile. La serata per celebrare Black Panther è proseguita poi tra cocktails, photo booth e musica, ovviamente, africana.

Qui sotto, trovate il video con una sintesi dell’incontro con Coogler alla BAM: 

Lascia un Commento

Captain Marvel: Le ultime novità sull’atteso cinecomic

10 luoghi delle serie TV che esistono veramente