Matilde Santantonio Christian Ferro (Andrea Carpenzano) è il campione. Un giovane calciatore della Roma che fa tanto parlare di sé, sia sul campo da calcio che nella vita, a causa delle sue innumerevoli bravate. Vive in un mondo patinato frutto del suo successo rappresentato come lo stereotipo della vita di un giovane calciatore italiano: villa con piscina, decine di amici davanti al televisore e fidanzata trofeo ossessionata da Instagram. Tutto questo fino a quando il Presidente della squadra costringe il ragazzo a prendere la maturità, cercando il professore adatto per affiancare una personalità così difficile.
Ed è qui che entra in scena Stefano Accorsi nel ruolo di Valerio Fioretti, insegnante di lettere pronto ad accettare ingenuamente l’incarico, non conoscendo nulla del ragazzo e della sua storia. Scontato sottolineare come il loro rapporto influenzerà il corso delle vicende. Opera prima di Leonardo D’Agostini, Il Campione è prodotto da Sydney Sibilla e Matteo Rovere, ormai due garanzie del cinema italiano. Un film che, non a caso, ricorda per certe sfumature Veloce Come Il Vento. E non per la presenza di Stefano Accorsi – qui in un ruolo agli antipodi rispetto al suo Ballerino – ma per l’uso dell’ambiente sportivo nel raccontare vita, debolezze e paure dell’uomo.
D’Agostini riesce con efficacia a raccontare una storia che, pur cadendo in alcuni cliché, appassiona, esaltando i valori più importanti dell’esistenza con purezza, mettendo a fuoco ciò che può avvicinare la vita all’apparenza facile di un ragazzo come Christian di fronte ad un uomo come Valerio. Insieme nella loro solitudine riescono a creare un mix di risate e lacrime con un giusto equilibrio tra tematiche drammatiche e altre più innocenti.
Accorsi e Carpenzano vivono con naturalezza il rapporto tra il professore enigmatico e lo studente fragile, arricchendo di emozioni sguardi e complicità. Un’ennesima sorpresa è vedere sul grande schermo Ludovica Martino, giovane protagonista di SKAM Italia, nel ruolo di ragazza romana che con la sua semplicità fa da contrasto al mondo fatto di ricchezza e ostentazione del protagonista.
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