in

Nuovo Cinema Mati | Tonya, Margot Robbie e quello scandalo di ghiaccio

Seconda puntata della nuova rubrica di Matilde Santantonio. Questa settimana ci vediamo Tonya

Margot Robbie nei panni della pattinatrice Tonya Harding in Tonya.

Nel 1991 Tonya Harding diventò la prima pattinatrice negli Stati Uniti a compiere un triplo axel, ovvero un unico salto in cui la pattinatrice parte in avanti sul filo esterno sinistro. Tre anni dopo, a pochi mesi dalle Olimpiadi di Barcellona, verrà accusata di essere la mandante dell’aggressione della sua rivale, Nancy Kerrigan. Il biopic Tonya racconta l’intera vita di questa donna, un’esistenza fatta di violenza, sofferenza e innumerevoli sconfitte. Tonya è interpretata da Margot Robbie, che qui riesce a omaggiare la pattinatrice e raccontare la sua vita in tutte le sue fasi determinanti: dall’adolescenza fino alla fine della carriera sportiva.

Margot Robbie in una scena di Tonya.

Nel film, Margot Robbie non solo si riconferma una delle attrici più forti e promettenti degli ultimi anni, ma dimostra anche di essere una donna ambiziosa prendendosi non solo il ruolo principale ma anche l’incarico della produzione del film. Un ruolo che le ha dato un’enorme responsabilità sul set e le ha fatto guadagnare altri mille punti nella classifica delle donne più cool – come direbbero gli americani – di tutta Hollywood. E Tonya rivela verità che vanno oltre lo sport e gli scandali mediatici, una vita in cui è difficile rimanere se stessi per riuscire a realizzare un sogno.

La Robbie sul set con Craig Gillespie.

Tonya mostra quanto il contesto in cui nasce una bambina americana che desidera solo pattinare può determinare un’intera vita, sempre al fianco della madre LaVona (interpretata da Allison Janney, Oscar come miglior attrice non protagonista, nel 2017), un’alcolista che le farà passare un infanzia segnata da rigidi insegnamenti. La vita della pattinatrice è costituita da grandi vittorie sportive e un migliaio di errori fuori dalla pista, compreso un matrimonio fallimentare che inevitabilmente porterà ulteriore violenza nella sua vita. Perché Tonya non è una paladina e la pellicola non vuole assolutamente renderla tale.

Ancora Margot Robbie in una scena del film.

Il regista, Craig Gillespie, racconta tutto come se fosse documentato realmente, mette in scena finte interviste per evidenziare chi era davvero Tonya, raccontandola attraverso gli occhi di chi ha fatto parte della sua vita. La Robbie si libera della sua bellezza e sensualità (che si può invece ammirare in The Wolf Of Wall Street) per rappresentare l’immagine dell’imperfezione, a partire dai costumi che indossa sulla pista, fedeli nella ricostruzione ai body indossati dalla Harding nella realtà. Una storia che non fa commuovere, che si colloca al di fuori di qualsiasi sogno di un atleta, ma mostra le vicende così come sono, generando una rabbia necessaria per lottare ancora di più. Contro tutti e tutto.

Lascia un Commento

L’Opinione | J.C. Chandor, l’America e il colore dei soldi: Triple Frontier centra il bersaglio

HOT CORN SOCIAL CLUB | Al cinema con noi a vedere Captive State