NAPOLI – Le riprese sono concluse – finite addirittura lo scorso agosto – e ormai anche il montaggio, rimane quindi solo da capire quando lo vedremo in sala appena si sarà conclusa l’emergenza pandemia. Di cosa stiamo parlando? Del nuovo film di Roberto Andò, Il bambino nascosto, con Silvio Orlando, tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso regista ed edito da La Nave di Teseo. Il film è quasi pronto ed è stato proprio Andò a raccontare lo stato delle cose, precisando anche che per una precisa scelta fatta a monte da lui e dalla produzione il film andrà al cinema, quindi aspetterà senza fretta la riapertura delle sale e l’inizio di una stagione più felice. Data probabile? Autunno, con debutto alla prossima Mostra di Venezia.

Ma cosa vedremo? Silvio Orlando protagonista assoluto – come potete vedere in queste prime immagini – nel ruolo di Gabriele Santoro, titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella e residente in un quartiere popolare di Napoli. Una mattina come tante, mentre si sta radendo, il postino suona al citofono, lui apre la porta e in un breve momento in cui si distrae, un bambino entra nel suo appartamento e si nasconde. Ma chi è? E cosa vuole? Santoro se ne accorgerà solo la sera, facendo così – suo malgrado – la conoscenza del piccolo.

Il bambino ha dieci anni e si chiama Ciro (interpretato dal piccolo Giuseppe Pirozzi, al debutto), abita con i genitori e con i fratelli in un altro appartamento dello stesso palazzo di Santoro. Interrogato sul perché della sua fuga, Ciro però non vuole parlare, non spiega nulla, si nasconde dietro un muro di silenzi. Nonostante questo muro però, il maestro deciderà di nasconderlo in casa, senza dire nulla, ingaggiando una singolare, e tenace, sfida ai nemici di Ciro che – si scoprirà – hanno a che fare con il boss della camorra di Forcella.

Reduce da Una storia senza nome (lo potete recuperare in streaming su CHILI qui), che portò alla Mostra di Venezia fuori concorso nel 2018, Andò torna a Napoli per un’opera che si preannuncia unica e molto personale. «Il bambino nascosto deve andare in sala», ha spiegato il regista all’ANSA, «Non ho nulla contro le piattaforme, anche perché la pandemia ha solo accelerato un processo già in corso, ma proprio per non accentuare quel distacco e puntellare il rapporto con il pubblico, devo difendere la sala, stare accanto agli esercenti…». Non resta che aspettare.
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