Wyrmwood, distribuito in Italia da Midnight Factory, parte come una furia. Sangue, sparatorie e azione fin dal suo primo minuto di visione. Una pazzia che si prolunga per l’intera durata del film, oltre un’ora e mezza di puro trash cinematografico, che gratifica gli amanti del genere e gli appassionati degli Z-movies. Un repertorio infinito di violenza e esagerazione che non raggiunge mai il proprio culmine perché si ritrova costantemente al massimo delle proprie potenzialità esplosive, proponendo allo spettatore una caccia agli zombie mai così straripante e smodata, tanto da toccare vette di stramberia assolute.
Molti lo hanno visto. Hanno assistito a quella pioggia di meteoriti che sembrava, in principio, essere solo il passaggio di alcune innocue stelle cadenti. Hanno visto il cielo illuminarsi per poi far cadere la Terra nel buio della morte. È un’epidemia che quella catastrofe ha portato nel mondo. La popolazione ha iniziato a perdere la ragione e si è trasformata in un esercito di morti viventi pronti a divorare qualsiasi pezzo di carne – umana e non – trovi nei paraggi. Ma bisogna contrastare quest’invasione, bisogna fermarla e sopravvivere, usando ogni mezzo e facendo saltare più teste possibili.
È un film brutale Wyrmwood, in cui viene esaltata la sua natura grezza da produzione low budget che sfrutta questa limitazione a proprio favore, realizzando il miglior lavoro grottesco possibile. Il lungometraggio del regista Kiah Roache-Turner è un horror rozzo, sconcertante, volutamente assurdo. È un film che, come i suoi protagonisti, cerca di sopravvivere e lo fa spingendosi ad ogni sequenza sempre oltre.
Il tipico racconto in cui i protagonisti sono ricoperti di sangue dalla testa ai piedi, con zampilli rossi che finiscono per imbrattare qualsiasi parte dello schermo e che nel titolo diretto dall’esordiente Roache-Turner vengono saturati alla massima potenza, mentre il mondo popolato dagli zombie sprofonda nelle tonalità della desolazione. E con il sonoro il film raggiunge la sua completezza: i grugniti dei non morti infastidiscono personaggi e spettatori, suoni orrendi che si bilanciano con l’aspetto ripugnante degli invasori zombie. Una storia di sopravvivenza, una corsa intrapresa con armi in mano e rabbia furiosa.
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