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Susanna Nicchiarelli: «Fuochi d’artificio e i miei ragazzi, tra la Resistenza e Stand By Me»

Le Alpi, il 1944, la guerra e quei quattro amici: la regista spiega la genesi della nuova serie RAI

Fuochi d'artificio
Marta, Davide, Sara e Marco: i protagonisti di Fuochi d'artificio

ROMA – Siamo nel 1944, sulle Alpi in Piemonte. Marta, Davide, Sara e Marco sono quattro piccoli amici che sognano la fine della guerra e il momento in cui potranno riabbracciare i genitori e i fratelli. Quando scoprono – per caso – che la loro età consente di evitare sospetti e perquisizioni, decidono di aiutare in segreto i partigiani con l’identità di un fantomatico ribelle: Sandokan. Questo il punto di partenza di Fuochi d’artificio, la nuova serie diretta da Susanna Nicchiarelli e tratta dal libro Fuochi d’artificio. Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani di Andrea Bouchard (Salani, 2015) che vedremo su Rai 1 il 15, 22 e il 25 aprile in prima serata. Un delicato viaggio nel tempo nella Resistenza vista ad altezza di ragazzo. Ecco come la regista racconta il progetto.

Fuochi d'artificio
Anna Losano nel ruolo di Marta in una scena di Fuochi d’artificio.

LA SERIE – «Tutto nasce da un innamoramento per il libro di Andrea Bouchard, un libro che i ragazzi di tutte le età adorano perché appassionante, avvincente, buffo e commovente. Fino ad ora non esistevano prodotti TV o cinematografici con vocazione popolare, per famiglie, che parlassero della Resistenza in termini semplici e al tempo stesso profondi. Film o serie che potessero essere visti ed apprezzati da genitori, nonni, e ragazzi insieme. La vicenda di Fuochi d’artificio, per come è articolata, è per tutti: piena di suspense e avventura, pur trattando temi delicati ed importanti».

Fuochi d'artificio
Susanna Nicchiarelli in azione sul set di Fuochi d’artificio.

I LUOGHI – «L’ambientazione nelle montagne piemontesi di Fuochi d’artificio credo sia una cornice favolosa per l’avventura di questi ragazzi: i percorsi, la paura dei lupi, le biciclette, i rifugi, il fiume e le chiee abbandonate assieme alla fattoria dei nonni e il famigerato Forte diventano nella vicenda una cornice suggestiva, incantata. I quattro protagonisti sono tutti diversi, tipi singolari di adolescenti vicini agli adolescenti di oggi. Soprattutto Marta, piccola per età, ma con una gran voglia di crescere. Con la sua passione per il canto e la musica e la sua capacità di inventare storie conquisterebbe chiunque, anche perché combina un sacco di guai ed è tutt’altro che perfetta».

Fuochi d'artificio
La Liberazione, finalmente.

I RIFERIMENTI – «I riferimenti usati nella scrittura e condivisi con la troupe? Diciamo che sono stati i film per ragazzi degli anni Ottanta. Penso a pellicole come I Goonies, Stand by Me, E.T.. In questi film entravano nelle vicende dei ragazzi anche la vita, la morte, il pericolo, un mondo di adulti crudele e pericoloso. Così accade anche in Fuochi d’Artificio e questa intrusione del mondo dei grandi è un’occasione per una riflessione profonda sui valori che fondano la società in cui viviamo. Anche nella tradizione italiana esistono prodotti popolari per adulti e ragazzi che rappresentano il naturale riferimento per Fuochi d’Artificio: penso a Pinocchio di Luigi Comencini, in cui fantasia e tradizione, coraggio ed ironia si univano in un prodotto che incantava grandi e piccini».

  • VIDEO | Qui un momento della serie
  • VIDEO | Qui una scena di Fuochi d’artificio:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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