MILANO – Che Philip K. Dick sia stato il più influente scrittore di fantascienza dal punto di vista letterario e cinematografico è cosa nota e (quasi) unanimemente riconosciuta. Quando invece si tratta di mettere a fuoco la vita dello scrittore americano, qualsiasi meccanismo di catalogazione si inceppa. Per questa ragione la nuova puntata del nostro Comic Corn (qui le altre tappe) è centrata sulla bella biografia a fumetti Phil K – Una Vita da Philip K. Dick, scritta da Lauren Queissy e disegnata da Mauro Marchesi (pubblicata da Magic Press Edizioni), che ha il merito di raccontare la storia volandoci attraverso, senza addentrarsi nel tentativo di trovare troppe spiegazioni. La vicenda quindi si sviluppa seguendo la linea temporale degli eventi in formato flashback, dando conto di tutti gli avvenimenti chiave della sua esistenza, siano essi razionali o meno.

Sì, perché Philip Dick è stato spesso liquidato come uno svitato, uno schizofrenico depresso che abusava di sostanze psicotrope, ma questa è la soluzione facile, come girarsi dall’altra parte per non vedere. Il fumetto dà conto in modo neutro, senza giudicare o approfondire, di tutti quei momenti chiave della sua vita che sono stati vissuti dallo scrittore come vere e proprie epifanie verso un livello di consapevolezza superiore. Il raggio rosa che comunica con lui consentendo di scoprire la malattia del figlio (mai diagnosticata prima), il tempo spurio e la vita che parallelamente dice di vivere (non di sognare) nel 70 D.C., un “oggi” secondo Dick altrettanto reale. O ancora, entità extra-planetarie che comunicano con lui scaricando nella sua testa molte più informazioni di quelle che può gestire.

Come nella religione gnostica e nella grotta di Platone, anche nella sua vita tutta la realtà è illusione e la conoscenza porta a togliere il velo. Tutto questo avviene non attraverso un percorso di ricerca interiore, ma viene subìto da Philip K. Dick con eventi traumatici che sconvolgono una vita tutto sommato normale, con le difficoltà di chi deve mettere insieme il pranzo con la cena scrivendo. La fantascienza in parte è terapia, in parte è un modo per sbarcare il lunario, ma in fondo lo scrittore è stato un mistico che, vivendo schegge involontarie di illuminazione, ha utilizzato il suo immenso talento intelletuale e letterario per scrivere un’esegesi, una sua spiegazione del tutto.

E nel lettore, a un certo punto della lettura, si insinua il tarlo del dubbio rispetto a ciò che è reale. Non basterebbero mille biografie per scavare nel profondo di una vita costellata di eventi unici e di difficile interpretazione, ma questo libro ha la capacità di portarci attraverso il suo percorso e indicare gli scorci sull’ignoto della sua esistenza, per raccontare ma anche per incuriosire il lettore su un’intricata storia che per semplicità è stata liquidata come follia, ma che forse racchiude frammenti di un insegnamento sconosciuto e ancora inedito. Phil K – Una Vita da Philip K. Dick è un fumetto imperdibile che avvicina all’uomo e alla sua vita, che è alla base della sua letteratura. Il risultato? Una storia ben oltre i limiti del comune. Cercatelo (qui) e regalatevelo.
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