MILANO – Un classico senza tempo, anche se poi dimenticato completamente sia dagli anni trascorsi che da critici molto frettolosi. Eppure ancora oggi rimane il film perfetto se volete piangere calde lacrime, scoppiare in fragorose risate o semplicemente ritrovare fiducia nella vita. Un cult tutto al femminile che, a trentacinque anni dall’uscita nelle sale americane – era il novembre del 1989 – non ha perso un briciolo della sua forza. Anzi. Stiamo parlando di Fiori d’acciaio, commedia diretta da Herbert Ross che arrivava alla fine degli anni Ottanta reduce dal successo colossale di Footloose con Kevin Bacon e da una bella commedia come Il segreto del mio successo con Michael J. Fox. In scena questa volta portò un cast d’eccezione: Julia Roberts (che ancora non era Julia Roberts), Sally Field, Dolly Parton, Shirley MacLaine, Daryl Hannah e Olympia Dukakis.
La storia? A Chinquapin Parish, in Louisiana, un gruppo di affiatate amiche – ognuna con il proprio carico di pregi e difetti – si riunisce per scambiarsi confidenze, consigli e battute al vetriolo nel salone di bellezza di proprietà di Truvy Jones (Parton). L’ultima arrivata è l’aspirante estetista Annelle (Hannah) che viene subito coinvolta nei preparativi per il matrimonio della dolce Shelby (Roberts) con l’affascinante Jackson Latcherie (Dylan McDermott, vero fidanzato della diva Julia fino a che lei non gli preferì Kiefer Sutherland). Annelle conosce così la bisbetica Ouiser («Io non sono matta, sono solo di cattivo umore da 40 anni»), la gioiosa Clairee (Dukakis) e l’iperprotettiva madre della sposa M’Lynn Eatenton (Field).
Seguendo la tradizione del Sud degli Stati Uniti, il matrimonio viene celebrato in un tripudio di addobbi rosa, colpi di rivoltella, eccentriche torte a forma di armadillo e adorabili schermaglie familiari. Sarà quello il punto di partenza di una straordinaria amicizia fatta di lacrime, risate ed esplosioni emotive. La vita infatti andrà avanti fra alti e bassi, fino a quando la morte entrerà in scena portandosi via Shelby. Seguiranno una sequenza da antologia, che ci mostra M’Lynn con il cuore a pezzi oltre che tutta la bravura di Field, e la battuta chiave di Fiori d’acciaio affidata a Claire: «Le cose si stavano facendo strazianti, ci voleva una risata!». Ed è proprio su questo fragile equilibrio – qui sottolineato dalla colonna sonora di un maestro come Georges Delerue – che si muove la storia scritta dal drammaturgo Robert Harling.
Il film – che trovate a noleggio in streaming su Prime Video e Apple TV+ – nasce infatti dalla tragica esperienza vissuta dallo sceneggiatore. Nel 1985 la vita di Harling fu sconvolta dalla perdita della sorella Susan, scomparsa a causa di una grave forma di diabete poco dopo aver dato alla luce suo figlio. Costretto a fare i conti con il lutto, Robert scrisse un breve racconto da lasciare al nipotino per aiutarlo a ricordare la mamma, vero fiore d’acciaio o steel magnolia, così come vengono comunemente definite le donne negli Stati del Sud. Adattato per il teatro nel 1987, il testo è stato poi portato sul grande schermo diventando appunto Fiori d’acciaio in cui la sorella Susan è tornata a vivere con il nome di Shelby e il sorriso di Julia Roberts. Nel 2012 la pièce è diventata anche un film televisivo, Steel Magnolias (lo trovate su AppleTV+ e Prime), con Condola Rashad nel ruolo della Roberts. Se non la avete mai visto, riscoprite però la pellicola del 1989: è il momento.
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