ROMA – Libere, disobbedienti, innamorate. Prendiamo in prestito il titolo del film di Maysaloun Hamoud, fotografia della vita di tre ragazze nella Tel Avi contemporanea, per parlare e celebrare la festa della donna al cinema. Sono infiniti i titoli che vedono protagoniste eroine femminili e che CHILI omaggia in una vetrina speciale – Women’s Rights – in cui troverete tutte le sfaccettature di un universo magico e misterioso, (auto)ironico e profondo. Un universo che da sempre ha dovuto lottare contro pregiudizio e sessismo, stereotipi e ingiustizie. Da una parte oggetto del desiderio incarnato da attrici come Marilyn Monroe o Rita Hayworth, dall’altra angelo del focolare, tutta remissione e maternità. Ma la rappresentazione del femminile al cinema è cambiata nel corso degli anni e, oggi più che mai, si trova nel mezzo di una vera rivoluzione.

Impossibile non citare il caso Weinstein che ha soverchiato un vaso di Pandora fatto di abusi, ricatti e umiliazioni e la lotta per annullare il gender pay gap, divario retributivo di genere che non affligge solo Hollywood. Anzi. Dai movimenti #MeeToo e Time’s Up è partita inarrestabile una battaglia che ha avuto e sta avendo delle ripercussioni irreversibili anche sulla rappresentazione della donna sul grande schermo. Complice anche l’entrata in scena di un gruppo di registe donne, da Patty Jenkins a Alma Har’el, da Chloé Zhao a Cathy Yan passando per Greta Gerwig, Lulu Wang, Melina Matsoukas, Emerald Fennell, Kitty Green e tante altre che sta ridefinendo la narrazione. Se Kathryn Bigelow o Kelly Reichardt erano delle eccezioni in un mondo di uomini, ora il cinema è sempre più di e per le donne.

Questo non significa ovviamente che colleghi uomini non abbiano saputo raccontare personaggi femminili iconici. Da Billy Wilder con Sabrina o la Norma Desmond di Gloria Swanson in Viale del tramonto a Black Edwards in Colazione da Tiffany con Holly Golightly interpretata da Audrey Hepburn. Man mano che i tempi cambiavano, anche i personaggi femminili cinematografici riflettevano quei mutamenti sociali e l’influenza del femminismo ha finito per incidere anche sull’industria cinematografica. La stessa industria che ha capito quale potenziale incredibile si nascondesse nel pubblico femminile, iniziando a produrre pellicole con protagoniste nelle quali quelle donne sedute in sala potessero rispecchiarsi.

Questo ha permesso una tale diversificazione di storie e personaggi in grado di abbracciare uno spettro ampissimo di donne. Dalle spogliarelliste capeggiate da Jennifer Lopez ne Le ragazze di Wall Street alla giovane novizia che poco a poco scopre il mondo oltre le mura del convento in Ida; dalla revisione inedita di personaggi storici come Jacqueline Kennedy in Jackie o Eleonor Marx in Miss Marx alla vera faccia della maternità raccontata in Tully; dalla vita sentimentale e sessuale di una cinquantenne in Gloria Bell alla ricerca del proprio posto nel mondo di un’adolescente in Lady Bird fino alla libertà assoluta di sentirsi donna o amara chiunque si voglia raccontata in Transamerica, Una donna fantastica, La vita di Adèle o Disobedience.

Persino il MCU e la DC hanno dedicato degli standalone a eroine femminili, da Captain Marvel a Wonder Woman o Birds of Prey, facendo di Carol Danvers, Diana Prince e Harley Quinn dei modelli femministi per un pubblico trasversale in grado di raggiungere almeno tre generazioni. Una tendenza che si ritrova anche nell’animazione, con protagoniste femminili sempre più lontane da stereotipi, o nel piccolo schermo (basti pensare, su tutte, a Phoebe Waller-Bridge e la sua Fleabag). E per il futuro? Con una nuova generazione di registe all’orizzonte, prepariamoci a incontrare nuovi, straordinari personaggi femminili. Il cinema, nonostante gli ostacoli e le battaglie ancora da vincere, è (finalmente) donna.
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