in

Wonder Woman 1984 e la rivoluzione femminile guidata da Patty Jenkins

La prima regista di un cinecomic sta cambiando le regole del gioco dall’interno. Ed è solo l’inizio…

ROMA – Per capire meglio quanto il destino di Patty Jenkins fosse destinato a intrecciarsi con quello di Wonder Woman dobbiamo tornare indietro nel tempo. Più precisamente al 1978 quando suo padre, il pilota e capitano dell’Air Force William T. Jenkins, poco più che trentenne, morì durante un’esercitazione in volo. Impossibile non pensare quindi al cinecomic del 2017 dedicato alla supereroina della DC e all’ammaraggio del capitano Steve Trevor interpretato da Chris Pine. Ma c’è di più. Qualche tempo dopo la scomparsa del padre, sua madre portò lei e la sorella al cinema. Il film in cartellone? Superman di Richard Donner con protagonista Christopher Reeve.

Patty Jenkins
Patty Jenkins e Gal Gadot sul set di Wonder Woman

«Ho sempre pensato che un giorno avrei voluto fare un film che facesse sentire le persone come mi sono sentita io guardando Superman. E il fatto che questo desiderio si sia avverato è sbalorditivo» ha confidato la regista a Variaty nel 2017. E pensare che all’inizio la Warner Bros. aveva scelto Michelle MacLaren (X-Files, Breaking Bad, Il trono di Spade) per portare sul grande schermo la storia dell’Amazzone Diana Prince. Ma divergenze creative hanno permesso alla regista di Monster di diventare la prima donna dietro la macchina da presa di un cinecomic. Il risultato? Un successo planetario capace di azzerare tutti i record d’incasso precedenti registrati da altre registe, da Cinquanta sfumature di grigio di Sam Taylor-Johnson a Mamma Mia! di Phyllida Lloyd.

Nella Londra degli anni Quaranta con Gal Gadot e Chris Pine

Inevitabile quindi che Time, nel 2017, la inserisse nella Top Ten delle personalità dell’anno. Perché quella di Patty Jenkins è stata una vera e propria rivoluzione. E non solo per una questione di genere – «Non ho mai pensato al fatto che fossi l’unica donna» – ma per la capacità di creare un precedente e lottare per aprire la strada alle sue colleghe. Dopo il successo di Monster, nel 2003, la sua carriera avrebbe potuto seguire il tracciato indicato da registe come Kathryn Bigelow o Kelly Reichardt ma Patty sceglie la famiglia e inizia una fortunata carriera parallela in tv (suo, ad esempio, il pilot di The Killing per il quale riceve una nomination agli Emmy). L’occasione per diventare la prima donna alla regia di un cinecomic? Arriva già nel 2013 quando viene scelta per dirigere Thor: The Dark World. Ma il MCU non sembra fare per lei e lascia il film per divergenze creative.

patty jenkins
Sul set di Wonder Woman 1984

Solo questione di tempo e il personaggio dei fumetti nato dalla fantasia dello psicologo William Moulton Marston e interpretato da Gal Gadot arriva a cambiare il corso della sua vita. «Penso che l’eredità di Wonder Woman sia quella di un diverso tipo di eroe che riguarda anche l’amore e l’empowerment. Penso che sia per questo che amo le persone che indossano il suo costume. Sono persone che in qualche modo stanno lottando o che non si identificano con il mondo in cui vivono ma che possono ritrovarsi in Wonder Woman». Una stoia di lotta e inclusione quindi che la Jenkins ha tradotto anche nella sua vita. Per Wonder Woman 1984, secondo capitolo dedicato all’eroina DC (lo trovate su CHILI dal 12 febbraio), la regista ha ottenuto uno stipendio record per una regista donna. Si parla di una cifra che si aggira tra i 7 e i 9 milioni di dollari (ai quali aggiungerne altri 10 per l’accordo che ha permesso l’uscita del film anche su HBO Max in America).

Gal Gadot e Patty Jenkins provano una scena di Wonder Woman 1984

Un record reso possibile perché, esattamente come per Catherine Hardwicke con Twilight e Sam Taylor-Johnson con Cinquanta sfumature di grigio, neanche Patty Jenkins aveva un contratto che prevedesse la realizzazione di un sequel. «Mi sono detta: se non mi batto ora io, chi lo farà?». È grazie a lei quindi se ora il gender pay gap dell’industria cinematografica americana oggi è più sottile. Con soli due film (ma si parla già di un terzo capitolo) ha cambiato da dentro le regole del gioco creando un precedente dal quale è impossibile tornate indietro. E intanto sia la DC che il MCU hanno aperto le porte ad altre registe donne, da Cathy Yan con il suo Birds of Prey a Chloé Zhao con The Eternals. La prova che il monopolio maschile sta lasciando spazio a punti di vista, sguardi e approcci differenti che daranno vita a storie nuove in cui una più ampia fetta di pubblico potrà specchiarsi.

patty jenkins
Una pausa sul set di Wonder Woman 1984

E il futuro di Patty Jenkins? Fatto di nuovi record e primati all’orizzonte. Dopo aver realizzato I Am the Night, serie con Chris Pine e India Eisley ispirata al libro One Day She’ll Darken: The Mysterious Beginnings of Fauna Hodel, lo scorso ottobre è stato annunciato che dirigerà un film su Cleopatra, in cui ritroverà Gal Gadot, basato su una sceneggiatura di Laeta Kalogridis. Ma la vera sorpresa è arrivata alla fine del 2020 quando la Disney ha confermato che la regista dirigerà Rogue Squadron, film appartenente al franchise di Star Wars in uscita a fine 2023. E indovinate? Patty Jenkins sarà la prima regista donna a dirigere un film della saga…

  • Volete vedere Wonder Woman 1984? Lo trovate su CHILI

Qui potete vedere i primi 10 minuti di Wonder Woman 1984:

Lascia un Commento

il segreto della miniera

Il segreto della miniera | La Slovenia, il coraggio di un uomo e un passato dimenticato

emily in paris

Superficiale e frivola? No, Emily in Paris è una serie fatta per sognare