in

La strana via di Alma Har’el, tra Honey Boy, Shia LaBeouf e la magia di un errore

Tra Tel Aviv e Hollywood, i Sigur Ros e l’impegno sociale: storia di una regista molto speciale

Alma Har'el

MILANO – Tutto iniziato da un errore. Uno di quelli, però, capaci di cambiare in positivo il corso degli eventi. Come quello fatto da un distratto commesso di Amoeba Music, sconfinato negozio di dischi sulla Sunset Blvd, a un isolato dalla Hollywood Walk of Fame. Invece di riporre nella sezione corretta il dvd di Bombay Beach, documentario rivelazione diretto da Alma Har’el nel 2011, l’ha inserito nella sezione dedicata a Bob Dylan. Convinto di trovarsi tra le mani un documentario su Zimmerman, quel giorno Shia LaBeouf è tornato a casa con una copia del film. Un errore tutto sommato comprensibile perché Bombay Beach, lavoro ambientato a Salton Sea – testimonianza di un fallito boom socio-economico degli anni Sessanta – con protagonisti un bambino bipolare, un’aspirante giocatore di football in fuga e un un’anziano poeta – è scandito dal ritmo delle musiche dei Beirut e Bob Dylan.

Alma Har'el
Alma Har’el e il giovane protagonista di Bombay Beach

«Un film bellissimo, stravagante e commovente sul sogno americano» per usare le parole di Terry Gilliam. Una visione onirica ed emotivamente d’impatto, al punto che quella notte LaBeouf, dopo averlo visto due volte di seguito, ha deciso di scrivere a quella regista dai ricci rossi per dirle quando il suo lavoro lo avesse colpito. Lei, premiata al Tribeca Film Festival per il Miglior Documentario, all’inizio pensava si trattasse di uno scherzo. Invece i due, poco tempo dopo, si sono incontrati in un ristorante di L.A. scoprendosi più simili di quanto credessero. Entrambi cresciuti con un padre alcolizzato che ha influenzato la loro infanzia e le loro scelte future.

Alma ha collaborato con Time per l’iniziativa 100 Women of The Year

Nata a Tel Aviv in una famiglia ebraica, Har’el nel 2007 lascia Israele per trasferirsi in America. «Non sono una di quelle persone che a dodici anni ha preso in mano una telecamera e ha deciso di diventare regista», ha dichiarato a Playboy, «Ho iniziato a desiderarlo intorno a vent’anni, quando ho cominciato a fare video arte e a guardare più film». All’inizio, per pagarsi l’affitto, lavora come barista in un club per spogliarelliste sulla 42esima dove, tra clienti strafatti, si cimenta anche come VJ.

Alma Har'el
Sul set di Honey Boy

Si fa un nome come regista di videoclip – dai Beirut a Rolling Stones – e, nel 2012, partecipa al Valtari Mystery Film Experiment. Per il lancio del loro nuovo album i Sigur Rós’ hanno chiesto a decine di registi di scegliere un brano del disco e realizzare un video. Budget di 10mila dollari e nessun’altra indicazione. Alma sceglie Fjögur píanó e chiama il suo nuovo amico Shia ad esibirsi al fianco della ballerina Denna Thomsen. Una collaborazione che si ripeterà anche nel 2016 con LoveTrue, secondo documentario della Har’el prodotto dall’attore.

alma har'el
Sul set del video dei Sigur Ros

Parallelamente a video e documentari, la regista lavora anche per aziende come Airbnb, Stella Artois e Coca Cola firmando spot pubblicitari. Una mosca bianca in un settore dominato da uomini. Per questo nel 2016 fonda Free The Bid, iniziativa no-profit a favore delle registe donne e la loro pari opportunità di lavorare nel settore della pubblicità. Ma, ancora una volta, il suo destino è destinato ad incrociarsi con quello di LaBeouf. L’attore, infatti, viene arrestato nel 2017 e spedito in rehab dove gli viene diagnosticato il PTSD, disturbo da stress post-traumatico legato alla sua infanzia. Parte della terapia consiste nel rivivere quei ricordi dolorosi e tenere un diario che Shia invia via mail all’amica regista, una delle poche persone rimaste al suo fianco.

Alma Har'el
Alma Har’el e un cartellone pubblicitario di Honey Boy

Il risultato è che i due, iniziano a lavorare alla sceneggiatura di un film sull’infanzia dell’attore e sul suo complesso rapporto con il padre. Prende così forma Honey Boy – lo trovate su CHILI -, primo film di finzione (tratto da una storia vera) diretto da Alma Har’el. «Essendo io stessa figlia di un alcolizzato e cresciuta con una parte di me bisognosa di trovare nuovi strumenti per affrontare il dolore e l’arte, mi sono davvero sentita connessa alla sua storia», ha confessato la regista a GQ.

Alma & Shia sul set di Honey Boy

Non un semplice biopic ma un film sul perdono in cui LaBeouf interpreta suo padre mentre Noah Jupe e Lucas Hedges interpretano l’ex enfant prodige di Hollywood. «Shia ha abilità comiche innegabili», ha aggiunto la regista a Elle, «Ma parte di quell’umorismo è stato lasciato alle spalle e ho visto la possibilità di riunire tutti i suoi punti di forza. Ricordo di avergli detto: “Questa sarà la tua migliore performance, perché ti sei preparato per tutta la vita”».

Alma Har’el 6 Noah Jupe

Un film potentissimo e coraggioso colpevolmente snobbato da Golden Globes e Academy. Un mancato riconoscimento al quale Alma Har’el ha risposto via social, puntando il dito contro un’industria maschile e maschilista. Anche per questo nel 2020 la regista ha lanciato Free the Work, un prolungamento di Free the Bid pensato come un database per gli Studios alla ricerca di creativi sottorappresentati presente in venti paesi e utilizzato da nomi del calibro di Lena Waithe e Jill Soloway. «Avevamo bisogno di uno strumento che rendesse loro impossibile affermare che non potevano trovare talenti diversi».

Qui potete vedere il trailer di Honey Boy:

Lascia un Commento

VIDEO | Ivano De Matteo, Greta Gasbarri e Riccardo Mandolini raccontano Mia

Marco Bonadei

VIDEO | Marco Bonadei: «Io, quella telefonata di Salvatores e il mito Gian Maria Volonté…»