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Ethan Hawke, le regole del cavaliere e quelle pagine di un altro tempo

Il libro scritto dall’attore per i figli esce finalmente anche in Italia. Ed è subito una rivelazione

Ethan Hawke in posa con il suo libro, Le regole del cavaliere.

MILANO – Che noi di Hot Corn abbiamo da sempre un debole per Ethan Hawke non è affatto un segreto, non lo abbiamo mai tenuto nascosto, tra cult sconosciuti che vi abbiamo consigliato di riscoprire in streaming (Maudie e La Strada Che Scegli, per esempio) fino a quella volta che andammo perfino a vederlo a Broadway, molto prima della pandemia, in scena a fianco di un altro nostro eroe, Paul Dano (in True West di Sam Shepard, trovate l’articolo qui). Insomma, un riferimento continuo, un eroe dei nostri tempi che abbiamo seguito in tutto e per tutto, da L’attimo fuggente passando per Vienna, tra Boyhood, Paul Schrader fino al recente The Good Lord Bird.

Una pagine de Le regole del cavaliere di Ethan Hawke.

Non potevamo dunque mancare l’appuntamento con il suo libro, Le regole del cavaliere, pubblicato ora anche in Italia da Edizioni Sonda (qui) nella traduzione di Francesco Paolo Ferrotti, 190 pagine di pura meraviglia perché in realtà il libro, libro non è, è una lezione di vita lasciata da un padre ai quattro figli (Maya, Levon, Clementine e Indiana, qui chiamati con altri nomi) partendo da un espediente narrativo: siamo nel 1483 e la sera prima della Battaglia di Slaughter Bridge, Sir Lemuel Hawke lascia ai quattro figli un documento prezioso da custodire per tutta la loro esistenza, venti regole con quello che lui ha imparato dalla vita e che, forse, potrà tornare utile anche a loro.

Un altro dettaglio del libro di Ethan Hawke.

Inutile dire altro, la magia sta tutta qui, nel lasciarsi portare dentro le parole affiancate dalle illustrazioni in bianco e nero firmate dalla seconda moglie (la prima era Uma Thurman, ricordiamolo), Ryan Shawhughes, che regalano al libro una dimensione onirica, quasi fosse davvero un volume ripescato da qualche vecchio baule in soffitta, quasi fosse un libro d’altri tempi sbucato fuori chissà come. «Non dichiarare mai che sei un cavaliere. Semplicemente, comportati come tale», recita uno dei passaggi, mentre in un altro frammento Hawke si sofferma a descrivere la semplicità delle cose, la capacità di essere felici con poco, forse nulla, proprio perché, «la felicità non è complicata».

Un’altra pagina del volume.

Un libretto da tenere sul comodino, da consultare nei momenti di difficoltà, quasi un manuale di vita firmato da un uomo che ha sempre pagato di prima persona le proprie scelte ed è riuscito a costruirsi una carriera come nessuno a Hollywood della sua generazione, sempre credibile, sempre in cerca di qualità, sempre attento a non vendersi e a non fare mai nulla in cui non credesse. Come il suo mito, Paul Newman, come i molti nomi ringraziati alla fine del libro, una lunga lista di cavalieri da leggere e rileggere, da Bob Dylan a John Keats, tra Paul Robeson e Walt Whitman, con un pensiero anche per il suo vecchio amico, compagno di viaggio lasciato indietro troppo presto: River Phoenix. Se stavate cercando il libro perfetto da regalare a Natale, lo avete trovato. Imperdibile.

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