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Cosa succede se Samuel L. Jackson racconta la storia? Arriva Enslaved

Un documentario per ricordare il passato? Sì. La nostra intervista al regista, Simcha Jacobovici

Enslaved
Samuel L. Jackson con Simcha Jacobovici, regista di Enslaved.

MILANO – Da Tarantino alla Marvel, tra Spike Lee e la nuova serie Secret Invasion: di Samuel L. Jackson si può dire tutto, ma non che non ci abbia sempre messo la faccia. A ulteriore conferma, arriva ora su History Channel (canale 407 di Sky) a partire dal 22 febbraio, alle 21, un documentario in sei parti che è qualcosa di unico nel panorama televisivo: Enslaved: la crudele tratta atlantica degli schiavi afroamericani, una docu-serie in cui vediamo Jackson, insieme ai documentaristi Afua Hirsch e Simcha Jacobovici, ricostruire la tratta di esseri umani dall’Africa all’America, dodici milioni di persone rapite e vendute, di cui almeno due morte durante il viaggio. Per capire meglio cos’è Enslaved, abbiamo raggiunto Jacobovici, anche regista, per raccontarci il viaggio. «Ma lo sapete che in Enslaved c’è anche un pezzo d’Italia?», precisa lui. «Tutte le riprese aeree sono state fatte da una società di Roma: Drone Arezzo».

Samuel L. Jackson con Simcha Jacobovici e Afua Hirsch in un episodio di Enslaved.

IO & JAMES – «Qualche anno fa ho girato un film con James Cameron, Alla ricerca di Atlantide. Durante la lavorazione, conobbi degli archeologi subacquei che mi spiegarono che conoscevano bene le coordinate dei punti in cui alcune navi di schiavi erano affondate. Non avevo mai realizzato che durante la tratta fossero state portate via dall’Africa oltre dodici milioni di persone. Capii subito che era una storia da raccontare, proprio partendo da quei relitti in fondo all’oceano. Ecco com’è nato Enslaved».

Simcha Jacobovici con James Cameron in Alla ricerca di Atlantide.

IO & SAMUEL – «Avevo letto da qualche parte che Samuel Jackson aveva rintracciato le sue origini in Gabon, così ho provato a contattarlo per capire se era interessato al progetto di Enslaved. Non aveva mai girato un documentario prima, ma non appena gli raccontai il progetto e quello che volevo fare, salì subito a bordo. Voleva usare il suo viaggio a ritroso per sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che era successo. Poi ho anche scoperto che da ragazzo ha studiato biologia ed è anche un sub. Anche per questo l’idea lo ha affascinato…».

Enslaved
Jackson e Jacobovici con Afua Hirsch in Enslaved.

LA SCOPERTA – «Ci sono molte cose che abbiamo scoperto girando Enslaved che porterò sempre con me. Abbiamo visto di come gli schiavi erano considerati oggetti e di come venivano gettati al largo dichiarando poi all’assicurazione che erano stati smarriti, come fossero dei pacchi. Forse la cosa più memorabile fu scoprire una nave usata da un capitano per liberare alcuni schiavi: per la prima volta abbiamo scoperto una nave della libertà».

Enslaved
Jackson in un altro momento di Enslaved.

IL FUTURO – «Io sono figlio di due sopravvissuti all’Olocausto e sono convinto che se dimentichiamo, siamo destinati a rivivere tutto. Con Enslaved, grazie al coinvolgimento di un divo di Hollywood come Samuel, spero di riuscire a coinvolgere un pubblico sempre più vasto, soprattutto di ragazzi. La cosa fondamentale è stata essere riusciti a produrre un documentario in sei episodi, perché così riusciamo a mostrare la vita degli schiavi prima di essere schiavi e in questo modo possiamo mostrare le persone dietro ai numeri…».

  • Qui il trailer di Enslaved:

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