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Emilia Clarke: «Star Wars, il finale de Il Trono di Spade e la mia abitudine all’uguaglianza»

Dai draghi alla galassia, tra Ron Howard, gli addi e il futuro: a Cannes l’attrice si racconta a Hot Corn

Emilia Clarke al photocall di Solo: A Star Wars Story a Cannes. Foto Shutterstock

CANNES – Ormai è la forza dell’abitudine: quando Emilia Clarke appare nella stanza ti aspetti sempre che prima o poi spunti un drago alle sue spalle. Biondissima, proprio come la sua Daenerys de Il Trono di Spade – di cui sono in corso le riprese della stagione finale – l’attrice arriva al Festival di Cannes per presentare Solo: A Star Wars Story di Ron Howard, in sala dal 23 maggio. Al talk Women in Motion di Kering la Clarke sembra una visione, ma non bisogna lasciarsi ingannare dall’abito candido o dal sorriso perché durante la conversazione esce il suo animo da guerriera, anzi da amazzone. Il merito? Va tutto alla madre, Jennifer Clarke, tenace lavoratrice ed insostituibile modello di comportamento. Un consiglio: non chiedetele però cosa prova a interpretare ruoli di donne forti. Rischiereste di farla arrabbiare.

Emilia Clarke scherza con Ron Howard sul red carpet di Cannes. Foto Shutterstock

L’UGUAGLIANZA «Il mio compenso per Il Trono di Spade? Sono stata pagata tanto quanto i miei colleghi maschi, fin da principio, anche se si trattava del mio primo ruolo. E no, non mi sono mai sentita discriminata, anche perché sono stata abituata all’uguaglianza già a casa: mia madre ha sempre lavorato e papà la incoraggiava e la supportava sempre. Entrata nel mondo dello spettacolo non mi aspettavo niente di meno e non mi sarei accontentata di qualcosa di diverso. Forse sono stata abituata bene, forse sono solo nata con questo carattere, non lo so…».

Kit Harington e Emilia Clarke in uno scatto sul set de Il Trono di Spade.
Selfie di ghiaccio: la Clarke con Kit Harington sul set de Il Trono di Spade.

 

IL TRONO DI SPADE «No, non so come finirà la serie e non ve lo direi comunque. Siamo nel mezzo delle riprese e mi sembra di essere ad un passo dal lasciare l’esercito. Felice sì, ma anche tristissima. Ho iniziato a scrivere un diario fin dal primo ciak. Tra qualche anno lo rileggerò per ricordarmi cosa provavo quando ero una ventenne alle prese con l’avventura più pazzesca della mia vita. Cos’è per me Il Trono di Spade? Tutto, è tutto. Comunque si concluda, so che nessuno azzeccherà la previsione. Me compresa».

Daenerys e uno dei suoi draghi in una scena de Il Trono di Spade.
Emilia Clarke nei panni di Daenerys con uno dei suoi draghi ne Il Trono di Spade.

 

L’AGGETTIVO «Ecco, mi viene l’orticaria ogni volta che mi chiedono cosa provo a interpretare una donna forte. Ma cosa significa? Esistono alternative? Ad esempio, donne deboli? Trovate subito un aggettivo diverso, per cortesia, o abbiate la decenza di fare la stessa domanda ad un uomo e vediamo cosa risponde. Dei maschi e dei loro ruoli non si puntualizza mai che siano forti se non per accentuare una capacità già implicita».

Ron Howard e il cast di Solo: A Star Wars Sory sul red carpet di Cannes71.
Emilia Clarke con Ron Howard e il cast di Solo sul red carpet di Cannes.

 

STAR WARS «Il provino di Solo? Mi ci sono fiondata. Prima a Londra e poi a Los Angeles, dove ho provato una scena con Alden (Ehrenreich, nda). Poi ho aspettato accanto al telefono, convinta che sarebbe stato un sogno far parte del franchise. Me lo ha fatto scoprire mio fratello da piccola, ma sono diventata una vera groupie dopo aver rivisto tutta la saga. Una volta ottenuto il ruolo mi sono messa a fare ricerche online per poi smettere subito dopo aver visto che esistono milioni di pagine. Quando ho saputo che Ron Howard avrebbe diretto il film, sono andata fuori di testa. Ho telefonato sei volte al mio amico sceneggiatore chiedendogli se fosse certo della notizia».

Alden Ehrenreich, Emilia Clarke e Chewbecca al photocall di Cannes71.
Emilia Clarke con Alden Ehrenreich e Chewbecca al photocall di Cannes.

 

TV VS CINEMA «I tempi cambiano in fretta, ma credo che la poesia del cinema non si esaurirà. Amo entrare in una sala con i miei popcorn e sedermi al buio accanto a sconosciuti per godermi un’esperienza sacra e magica. Anche perché ci sono cresciuta. Mi rendo conto però, che la televisione oggi ha una voce potente e permette di camminare accanto al personaggio per ottanta ore e conoscerlo a fondo. Sono forme espressive diverse ed entrambe incredibili».

Emilia Clarke e Alden Ehrenreich in una scena di Solo: A Star Wars Story.
Emilia Clarke e Ehrenreich in una scena di Solo.

 

IL FUTURO «Sto creando una società di produzione per avere il controllo sulle scelte creative, non a parole ma a livello legale. Voglio scegliere progetti che lascino il segno e abbiano un significato, per raccontare non solo storie buone ma importanti. Comunque vada, sento di doverci provare. Invece, finora, non ho ancora avuto il coraggio di sperimentare la regia, non mi sento pronta, ma intanto sto scrivendo una sceneggiatura che mi sta appassionando molto».

  • Qui la reazione del pubblico di Cannes alla proiezione di Solo: A Star Wars Story:

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