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Doppio delitto | Marcello Mastroianni, Ursula Andress e quel film dimenticato

Steno e Peter Ustinov, il libro di Moretti e Roberto Infascelli: alla riscoperta di un grande film

Doppio Delitto
Ursula Andress e Marcello Mastroianni ovvero la principessa Dell'Orso e il commissario Bruno Baldassarre in Doppio delitto.

ROMA – Quasi come un archeologo, che scava per ritrovare reperti sepolti dagli anni e dalla polvere. Sembra paradossale in un’epoca in cui crediamo di aver accesso a tutto, eppure oggi il lavoro da fare è anche questo, scavare nel passato, senza mai accontentarsi del presente. Succede così che dai meandri del tempo e attraverso una vecchia locandina francese (Enquête à l’italienne), rispunti per caso un vecchio film come Doppio delitto, girato da Steno con Marcello Mastroianni. Tratto da un libro dimenticato come Doppia morte al Governo Vecchio di Ugo Moretti (ma è stato ristampato nel 2019 da Oltre Edizioni) e adattato meravigliosamente da Age e Scarpelli, la pellicola ci riporta indietro alla fine degli anni Settanta. Siamo nel 1977: Steno è reduce dal successo di Febbre da cavallo e da un altro film sparito come L’Italia s’è rotta con Dalila Di Lazzaro e Teo Teocoli, mentre Mastroianni ha appena finito Una giornata particolare di Ettore Scola.

Doppio delitto
Marcello Mastroianni nella scena di Doppio delitto che gli costerà il posto di commissario.

Mastroianni ha 53 anni, conosce Steno da quando ancora non era nessuno (dal 1950, anno di Vita da cani, girato con Monicelli) ed è perfetto per interpretare il disilluso commissario Baldassarre Bruno, relegato in archivio dopo una sciocchezza commessa in servizio (per far colpo sul figlio piccolo). Il suo unico brivido? Una nuova edizione di Nick Carter trovatagli dal Sorcio, interpretato da un enorme caratterista come Mario Scaccia. Da qui parte lo spunto per un film bellissimo, costruito minuto dopo minuto e scena dopo scena con una cura infinita. A partire dal cast: a fianco di Mastroianni, ecco Peter Ustinov, Ursula Andress, Agostina Belli e Jean-Claude Brialy oltre a Scaccia e ad un altro caratterista come Gianfranco Barra nel ruolo del collega di Mastroianni, con cui in più di un passaggio forma di fatto una coppia comica, nonché a Giuseppe Anatrelli ovvero il Calboni della saga di Fantozzi. Colonna sonora di Riz Ortolani e fotografia di Luigi Kuveiller che nei due anni precedenti aveva firmato tre capolavori: Profondo rosso, Amici miei e Todo modo.

Doppio delitto
Uno dei motivi per vedere il film: i duetti tra Peter Ustinov e Mastroianni.

«Doppio delitto? È un film bellissimo, che contiene due o tre pezzi meravigliosi, scritto benissimo da Age e Scarpelli», ricorda a Hot Corn Enrico Vanzina, figlio di Steno. «Mio padre ci teneva tantissimo e anche Marcello era entusiasta del film. Ricordo quel film per molte cose: c’è una delle più belle battute di sempre, frutto del genio artigianale di Age e Scarpelli. Nella scena iniziale tra Mastroianni e Agostina Belli, che interpreta la giovane Teresa, mettono una battuta apparentemente semplice che rivela l’attrazione che il commissario ha per la ragazza». A produrre il film c’è Roberto Infascelli (padre di un futuro grande regista, Alex) che con Steno ha già lavorato: pochi anni prima ha girato La polizia ringrazia nel 1971 e, solo pochi mesi prima, un cult assoluto (ma ancora non lo era) come Febbre da cavallo. Con Mastroianni invece Infascelli ha già lavorato due anni prima, nel 1975, su La donna della domenica di Luigi Comencini, scritto ancora da Age e Scarpelli partendo dal romanzo di Fruttero e Lucentini.

Doppio delitto
Mastroianni con Agostina Belli in una scena di Doppio delitto.

L’ambiente di Doppio delitto in cui si muove il commissario Bruno – sempre con un ombrello sotto il braccio – è quello della Roma del centro, tra via Giulia (il cortile che si vede è quello di palazzo Sacchetti), piazza Navona e via del Governo Vecchio (come recita il titolo del libro di Moretti), una Roma che si nutre di portieri chiacchieroni, ristoranti sempre popolati (anche da chi fa pubblicità con la chitarra), nobili decaduti e attivisti politici. Questo è il microcosmo che Steno sceglie di raccontare, facendo diventare Doppio delitto un’opera corale in cui numerose voci cercano di far capire allo spettatore ciò che sta vedendo. È un giallo? Una commedia? Una satira sociale? Un dramma sentimentale? Non importa. Bastano pochi minuti di film e non ci interessa nemmeno più, vogliamo solo vedersi muovere questi personaggi meravigliosi, tirati dentro in un meraviglioso circo di umanità che sembra più reale del reale.

Ursula Andress e Peter Ustinov in un’altra scena.

Impossibile elencare i molti momenti indimenticabili del film, a partire dall’indolenza poetica di Mastroianni, una sorta di affaticato Philip Marlowe romano che, quasi come Elliott Gould ne Il lungo addio di Robert Altman, si trova sempre in mezzo alle cose senza mai davvero volerlo. Attraversa il film con un’inerzia davvero irresistibile e sempre costante, osservando il mondo che gli ruota attorno. A rendere immortale il film basterebbero però anche solo i suoi siparietti con Peter Ustinov alias Henry Hermann, scrittore e sceneggiatore con un Oscar sulla scrivania, iroso e sempre pronto all’attacco: «Ah, ti chiami Baldassarre? Gli altri Re Magi ti aspettano, torna a Betlemme!». Un film bellissimo, affascinante e introvabile (non c’è nemmeno in Dvd) che sarebbe uscito al cinema il 23 dicembre del 1977. Roberto Infascelli però già non c’era più: pochi mesi prima, il 17 agosto, il produttore era morto in un incidente stradale in Francia.

  • STORIE | Dennis Hopper e il suono di The Last Movie
  • VIDEO | Qui i primi due minuti di Doppio delitto:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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