MILANO – «Sentiamoci tra dieci minuti, prima devo sbrigare un affare. Zoom? No, meglio FaceTime, anzi no, telefono». Prima della chiamata, appare un misterioso SMS, poi, puntuale, ecco spuntare dalla cornetta la voce di Quentin Dupieux: «Eccomi, come va? Qui a Parigi le cose stanno ritornando alla normalità, ma vedere in giro tutta questa gente con la mascherina è surreale». Folle, irregolare, imprevedibile, anche pazzo: parigino, classe 1974, cresciuto con amici come Laurent Garnier e Michel Gondry, Dupieux è una scheggia impazzita non solo del cinema francese, ma della scena culturale, in costante bilico tra cinema e musica, responsabile di quel colpo di genio che fu il pupazzo Flat Eric alla fine degli anni Novanta, per chi se lo ricorda (trovate qui il video diretto dal regista), un Muppet versione techno che per una stagione spopolò ovunque grazie al beat di Mr Oizo che altri non era (ed è) che – ovviamente – Monsieur Dupieux.

Da qualche anno Quentin Dupieux si è convertito al cinema, ha vissuto per un periodo negli Stati Uniti – dove ha girato anche Réalité con Alain Chabat – prima di ritornare a casa e ricominciare a girare film, come Doppia pelle – che dopo Cannes e un breve passaggio al cinema, arriva su CHILI. Ma cos’è Doppia pelle? Un’opera indefinibile e geniale con una coppia formidabile: Jean Dujardin e Adèle Haenel. «Va detta una cosa però», esordisce Dupieux, «la sceneggiatura di quel film è stata scritta in inglese per essere girata negli Stati Uniti. Inizialmente era la storia di questo tizio triste che girava sempre con una minuscola giacca addosso. Poi, una volta tornato qui, ho dovuto adattarla alla Francia, aggiungere più realismo. Così il film è cambiato in corso d’opera».

Ma andiamo con ordine: di cosa parla Doppia pelle? Di Georges (un grande Dujardin, mai troppo lodato) che arriva in un’anonima località di montagna e compera una giacca di pelle di daino. Al 100%. La giacca però diventa un’ossessione e porta Georges in un folle delirio assecondato dalla bella Denise (Adèle Hanel), cameriera con la mania del ri-montaggio di celebri film (!). Deciso a girare un film che celebri la sua giacca, Georges si arma di telecamera e comincia a girare. «Beh sì, diciamo che non è stato facile raccontare il progetto a attori e produttori», sghignazza Dupieux, «ma da subito ho capito che serviva una star per reggere il progetto, un nome forte che interpretasse il ruolo di Georges». Magari un premio Oscar.

Ed è qui che entra in scena Dujardin, che Dupieux non conosceva e non aveva mai incontrato prima: «Mai, no, no. L’ho fatto chiamare e gli ho spedito la sceneggiatura. Poi ci siamo visti una sera qui a Parigi, abbiamo bevuto qualcosa e parlato un po’. La mattina dopo mi ha chiamato dicendomi che era a bordo». Il risultato? Un film che sfugge a qualsiasi genere, in bilico tra commedia, dramma, splatter, B-movie e farsa. Non a caso alla precisa domanda sui suoi riferimenti, il buon Olivier tentenna, dice che non ne ha alcuno, prima di sfoggiare un riferimento che però dà senso a tutto: «Dico Arizona Junior dei Coen. Tutta la prima parte di quel film è folgorante. La prima volta ricordo rimasi fulminato davanti a quei dieci minuti. In realtà però non sono quello che qui in Francia si dice cinephile. Guardo capolavori e ca**zate, grandi film e cose inutili, è lo stesso per me».

Totalmente incapace di stare fermo, Dupieux l’anno scorso ha rimesso anche in pista il suo alter ego musicale Mr Oizo con Rythme Plat, e dopo Doppia Pelle ha già girato un altro film, Mandibules con Adèle Exarchopoulos, che doveva essere presentato a Cannes prima dell’annullamento del festival per Coronavirus: «Sì, poi si è fermato tutto e adesso stiamo cercando di capire quando farlo uscire, probabilmente sarà in sala a ottobre, almeno qui in Francia. Ma sto già cominciando a girare il prossimo film con Alain Chabat, dovremmo iniziare le riprese a settembre, vediamo. La cosa importante per me rimane riuscire a girare progetti particolari, unici, che non possano essere etichettati o incasellati in un genere». Non c’è che dire: missione riuscita.
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