MILANO – Siamo abituati a raccontare la tragedia dell’Olocausto in un certo modo e secondo certi termini. Certe volte, sappiamo già cosa aspettarci. Ma ci sono tanti aspetti degli orrori consumati nei Lager nazisti che non hanno mai ricevuto le giuste attenzioni, o non sono stati mai raccontati. Finora. In occasione della Giornata della Memoria che, come ogni anno, cade il 27 gennaio, una visione impegnativa ma necessaria potrebbe essere quella di Disegni dall’Olocausto (lo trovate su RaiPlay e NowTV), un insolito documentario firmato da Massimo Vincenzi.

Disegni dall’Olocausto, come suggerisce il titolo, racconta dell’unico modo che i prigionieri dei campi di concentramento avevano per alleggerire anche solo di un poco le loro esistenze, cioè l’arte. Insieme ai mucchi di capelli, ai denti d’oro, le valigie e gli occhiali da vista che sono rimasti a testimonianza dei Lager, ci sono arrivati anche circa 30mila disegni, recuperati dalle intercapedini dei muri, nascosti sotto le assi del pavimento o addirittura occultati nei cimiteri, e tornati alla luce dopo la Liberazione. Disegni realizzati da artisti europei finiti nei campi – come Bronislaw Czech, Leon Delarbre e Peter Edel – ma anche persone comuni recluse esattamente come loro.

Persone senza particolari dote artistiche che, sul retro delle circolari delle SS, sulla carta da pacchi, sui ricettari medici, ma anche sui bersagli per le esercitazioni delle SS e sulle cartine delle sigarette, hanno documentato attraverso ritratti, autoritratti, nature morte, paesaggi, schizzi e disegni la vita reale che vedevano svolgersi sotto i loro occhi nei Lager. Testimonianze forti che il regista, Massimo Vincenzi, ha voluto celebrare e onorare: «Con ogni mezzo, ad ogni costo, l’importante era denunciare: da soli, al buio, con mezzi poverissimi, con la sola flebile speranza di un futuro diverso ad illuminare le loro vite. Il documentario vuole essere anche un omaggio alla loro eroicità, al dolore e al sacrificio che hanno dovuto sopportare».

Un vero e proprio museo dell’orrore si dipana nei minuti di Disegni dall’Olocausto, in cui viene raccontata per la prima volta anche la vicenda del Lagermuseum di Auschwitz, un piccolo museo che il direttore del campo Rudolph Hoss usò come strumento di propaganda per coprire le condizioni inumane degli internati durante le visite degli ispettori della Croce Rossa Internazionale. «Uno dei motivi che più mi ha spinto a realizzare questo documentario», ha continuato il regista, «risiede nella forza a volte esplicita e a volte evocativa dei disegni realizzati dagli internati nei campi nazisti. Il loro bisogno insopprimibile di manifestare il proprio orrore nei confronti dell’Olocausto in atto supera la propria paura di essere condotti a morte per aver realizzato un disegno illegale».
Qui il trailer di Disegni dall’Olocausto:
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