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Dario Cassini: «I Predatori? Finalmente faccio l’attore!»

La nostra intervista ad un (grande) protagonista dell’esordio alla regia di Pietro Castellitto

Dario Cassini. Foto Credits: Fabrizio De Blasio
Dario Cassini. Foto Credits: Fabrizio De Blasio

ROMA – Nel bel mezzo della Festa del Cinema di Roma, tra distanziamenti vari e panchine dimezzate, mentre cerchiamo un angolo più o meno tranquillo per chiamarlo a telefono, ripensiamo a quanto sia di rottura il suo personaggio nell’economia narrativa (folgorante) de I Predatori di Pietro Castellitto (dall’11 dicembre su CHILI). Infatti, nel film, Dario Cassini interpreta Bruno, crepuscolare medico chirurgo che, in controtendenza rispetto agli altri protagonisti, non nasconde affatto quello che è, mantenendo «Una coerenza, dicendo ciò che pensa, dando un’opinione», ci racconta l’attore, con cui chiacchieriamo anche su quanto sia fondamentale rivendicare la sicurezza della sala. Tra l’altro, nella pellicola d’esordio di Castellitto (appena uscita in sala), che a Venezia 77 ha vinto per la Miglior Sceneggiatura, Cassini (di)mostra di essere un attore completo. Dalle doti drammatiche e dalla profonda malleabilità artistica. E non è cosa da poco.

Dario Cassini
Silenzio, parla Dario! Foto di Fabrizio De Blasio

Dario, tra “i predatori”, il tuo personaggio è quello più coerente e limpido.

«È vero. Di fatto, senza raccontare troppo o fare spoiler, il mio Bruno spiega che il professionista di successo che è, lo è diventato nel corso degli anni, grazie al suo impegno. E anche per questo ha una coerenza maggiore, che ovviamente stride con i segreti degli altri personaggi…»

Com’è andato l’incontro con Pietro Castellitto?

«Benissimo, fin da subito. Avevo chiaro che avesse pensato a me, che il personaggio me lo avesse cucito addosso. E l’ho amato per questo, mi ha spinto a tirare fuori un talento drammatico massiccio, e con apparente leggerezza ho fatto una sorta di cordone attorno alle altre figure. Bruno, insieme a Federico (interpretato dallo stesso Castellitto ndr.) è una specie di outsider, al netto delle due famiglie. È l’unico che da loro un’opinione, che riesce a dire qualcosa».

I Predatori
Dario Cassini e Anita Caprioli ne I Predatori

Il pensiero dopo aver visto il film, la prima volta?

«L’ho visto a Venezia, poi qui a Roma, alla Nuvola, nell’evento di Alice nella Città. Beh… è un film che ti sorprende, ha un linguaggio divertente ma tagliente, si vede quanto Pietro ami il cinema. Ed è giusto che nel suo primo lavoro abbia dimostrato il suo amore. Insomma, dentro c’è tanto, è un film davvero europeo».

Andare al cinema oggi, poi, è fondamentale…

«La sala è un luogo sicuro, e non lo diciamo perché vogliamo i soldi del biglietto. Vorremmo che gli italiani capissero l’importanza della mascherina, che bisogna proteggersi, ma è sacrosanto portare avanti normalmente la vita. Dunque, anche andare al cinema».

Dario Cassini sul red carpet di Venezia 77. Foto di Jacopo Salvi
Dario Cassini sul red carpet di Venezia 77. Foto di Jacopo Salvi

I Predatori ha mostrato un tuo lato attoriale molto interessante. Come mai, fino ad ora, poco cinema?

«Ho prediletto il teatro, lo stand up comedian… Da ragazzo sono uscito presto di casa, passando dalla radio alla tv, cercando di marcare il territorio. Adesso, però, sono pronto. E se questo ruolo potesse darmi altre opportunità in film altrettanto importanti, ben venga».

Invece, il Dario Cassini spettatore?

«Sinceramente scelgo le storie, e riesco a capire il tono del film anche dal trailer, capisco quando sono veritieri o no. Solitamente prediligo i grandi autori. Un’esempio? Beh, senza fare sgambetti alla sala, penso a The Irishman di Scorsese. Un film che dovrebbe essere passato gratuitamente dalla mutua…».

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Qui il trailer del film:

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