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Chasing Mavericks | Gerard Butler, la poesia del surf e la storia di Jay Moriarity

Ovvero: perché recuperare il biopic (e la vita) del grande surfista americano, scomparso nel 2001

Chasing Mavericks
Jonny Weston e Gerard Butler in Chasing Mavericks.

MILANO – «Senti, ma hai mai pensato che tu fossi destinato a qualcosa di più?». Nel caso del protagonista di Chasing Mavericks, il qualcosa di più corrispondeva a salire su una tavola da surf per sfidare le onde dell’oceano e cercare di superarsi. Non per il gusto di vincere una competizione, ma per sperimentare un’esperienza eccezionale, per andare oltre. In fondo è esattamente quello che continuano a fare i soul surfer. Ed è proprio quello che faceva Jay Moriarity, surfista a cui è dedicato questo biopic del 2012, diretto in coppia da due grandi registi come Michael Apted e Curtis Hanson, entrambi ai loro ultimi lavori prima della morte. Protagonisti della pellicola, Jonny Weston, che presta il volto a Jay, e Gerard Butler, qui nei panni del mentore di Moriarity, ovvero Richard Hesson detto Frosty.

Chasing Mavericks
Gerald Butler e Jonny Weston: il maestro e l’allievo.

Ma per conoscere meglio la storia vera di Chasing Mavericks – Sulla cresta dell’onda – che dopo un’uscita in digital ora è scomparso anche dallo streaming – bisogna partire da molto più lontano. Torniamo al 16 giugno 1978, quando Jay nasce ad Augusta, in Georgia. Presto però la sua famiglia decide di trasferirsi a Santa Cruz e sarà proprio sulle spiagge californiane che Moriarity inizia a conoscere il mondo del surf. Ha solo nove anni e un talento naturale che trasforma la tavola in un’estensione del suo corpo. Non c’è vento o onda che lo spaventi, non c’è ostacolo che lo fermi. L’acqua è il suo elemento e lui la vive in ogni modo, da surfista certo, ma anche come nuotatore, paddler ed apneista, qualsiasi cosa basta che sia acqua. Così, a nemmeno 15 anni, Jay riesce a compiere un’impresa fuori dal comune.

Gerard Butler in un altro momento del film

Quale? Aiutato dal suo mentore Frosty, riesce a raggiungere un obbiettivo quasi impossibile, ovvero, dominare Mavericks, una delle onde più celebri e pericolose mai conosciute dai surfisti. Grazie a questo successo, Jay diventa immediatamente un divo del surf e scrive anche The Ultimate Guide to Surfing, che viene ancora considerata una vera e propria Bibbia da tutti i surfisti. Il successo è internazionale. I premi si susseguono così come i traguardi sportivi, almeno fino a quando non si mette di traverso il destino. Il 15 giugno del 2001, un giorno prima del 23esimo compleanno, Jay muore annegato durante una sessione di apnea nell’Oceano Indiano. Da allora ogni anno viene organizzata una gara di paddleboard in suo onore.

Jonny Weston in un’altra scena del film

Di lui restano le imprese eccezionali, il memoir di Hesson, Making Mavericks, e l’ammirazione dei surfisti di tutto il mondo. Non quelli che scalpitano per la competizione, ma quelli che considerano il surf uno stile di vita. Una passione che dà un senso alla propria esistenza e ci fa capire che, forse, siamo destinati a qualcosa di più. Attenzione anche alla colonna sonora, che mette in fila Lemonheads, Butthole Surfers, Mazzy Star, Dinosaur Jr. e Sponge.

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  • VIDEO | Qui il trailer di Chasing Mavericks:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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