Da I Miserabili a Favolacce | Si torna al cinema: il box office della riapertura

ROMA – Striminzito, quasi irrisorio, disomogeneo. Eppure, dopo oltre 100 giorni, torniamo su Cinetel per stilare la classifica dei film più visti in sala. Un box office quanto mai significativo, – nonostante i numeri ovviamente bassi – perché segna finalmente la ripresa, se pur ancora parziale, delle sale. E allora, dando uno sguardo ai titoli, sembra chiara la voglia degli italiani di andare al cinema per scegliere la novità. Dunque, un consiglio agli esercenti e alle distribuzioni: nonostante i rischi, è chiaro che devono esserci più prime visioni e meno film della passata stagione. Infatti, al primo posto c’è una novità assoluta, I Miserabili (Lucky Red) che nella giornata del 15 giugno incassa 1.282 euro.

Altra novità, al secondo posto: Favolacce (Vision) fa 819 euro. Pochi, è chiaro, ma pur sempre un inizio dopo la release in streaming. Al terzo posto riecco Bad Boys For Life (Warner) con 771 euro. Quarto, il fenomeno dell’anno, Parasite (Academy Two) che fa 584 euro. Quinto? Altro titolo nuovo: Tornare (Vision) che incassa 569 euro. Sesto, l’horror estivo The Grudge (Warner) con 546 euro. Al settimo posto ecco Dio è Donna e si Chiama Petrunya (Teodora) con 543 euro. Un classico, invece, all’ottava piazza: I Vitelloni di Fellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna, fa 526 euro. Nono, La Vita Invisibile di Euridice Gusmao (UBU). Ultimo Mark Ruffalo con Cattive Acque (Eagle) che ottiene 452 euro.

Ora, non resta che sperare in un’ulteriore e progressiva riapertura delle sale su tutto il territorio nazionale. Questa, presumibilmente, è la settimana di prova e, a giudicare dall’andamento e dal contesto (solo il 10% è nuovamente operativo, per giunta un lunedì di giugno), su una base di pochissimi cinema riaperti, i numeri del box office se pur irrisori fanno ben sperare. Ma, come detto poco sopra, sottolineiamo ancora e ancora che bisogna osare e invogliare il pubblico, (ri)portandolo al cinema esclusivamente con i film di nuova produzione, rimandati dopo la drammatica chiusura di marzo.