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Becoming | Michelle Obama e la responsabilità di essere un’icona

Dopo il libro, l’ex First Lady si racconta nel documentario targato Netflix. Tra presente, passato e futuro

Michelle Obama sulla cover del suo libro Becoming, oggi diventato un documentario su Netflix
Michelle Obama sulla cover del suo libro Becoming, oggi diventato un documentario su Netflix

ROMA – «Sono un’ex First Lady, e provengo da una famiglia di schiavi». Più che la parafrasi del suo libro (tradotto in 24 lingue e, nel giro di poche settimane, best-seller mondiale), Becoming, documentario targato Netflix, è il racconto sincero di una donna. Capace di divenire simbolo politico e sociale, pur restando la stessa hometown girl di un tempo: consapevole della sua intelligenza e decisa a cambiare la storia, con la forza dei sogni. Del resto, per trovare la propria voce – find your voice, quel mantra da ripetere a pugni stretti – non bisogna per forza essere inquilini della White House.

Michelle Obama e gli autografi
Michelle Obama e gli autografi

«Il mondo inizia a casa, il cambiamento inizia da noi», ripete nel tour promozionale che ha attraversato gli USA, e ora docufilm diretto da Nadia Hallgren, che la segue e la insegue nel dietro le quinte, sul palco e nei colloqui privati con i suoi collaboratori più stretti. Ma attenzione, Becoming, in un’ora e mezza, intreccia anche altre storie: quella di Melissa Winter, Chief of Staff e amica di Michelle Obama; quella di Allen Taylor, personale bodyguard e, soprattutto, quelle delle ragazze che hanno fatto della First Lady un modello a cui aspirare. E colpisce, cuore e testa, il momento in cui incontrata i fan, durante il firma copie alla Barnes & Nobles di New York: lacrime, sorrisi e storie che confluiscono, mentre Michelle guarda negli occhi quelle vite così diverse ma così vicine alla sua.

Becoming, documentario Netflix
L’abbraccio

Del resto, lo storytelling negli USA è la preghiera popolare che accomuna tutti. Da Bob Dylan fino a suo marito Barack e Jay-Z. Ed è bello ascoltare i racconti e le vicende che compongono un quadro di parole intime e di foto sbiadite dal tempo. I barbecue con papà Fraser, l’albero sotto casa e quelle giornate lontane in cui tutto doveva ancora accadere. Allora, il percorso di Becoming, nella sua sintesi, parte all’Università di Princeton, prosegue con la prima telefonata al futuro marito – ed è uno dei passaggi più divertenti del documentario – ed esplode nella notte del 4 novembre 2008, quando gli Stati Uniti d’America avevano intrapreso un percorso di speranza, innovazione e cambiamento.

Come eravamo

Quella, per lei, per la sua famiglia e per almeno mezzo mondo, sarebbe stata l’alba per una nuova concezione: il potere prestato alle nobili cause, l’“evadere” dalla Casa Bianca per festeggiare insieme alla folla l’approvazione dei matrimoni LGBT. Ma anche il superare le difficoltà, il reinventarsi e il prepararsi ad un successivo percorso, dopo aver pianto lacrime di dolore il giorno in cui ha salutato le stanze presidenziali, lasciandole in eredità ad un’altra coppia di inquilini molto, molto diversi da lei e da suo marito.

Michelle Obama, Becoming
Michelle Obama, Becoming

Dunque, palco dopo palco, moderator dopo moderator – da Oprah a Stephen Colbert e Reese Witherspoon – sulle note di Girl on Fire di Alice Keys, ecco che va in scena la narrazione di una donna, di una lavoratrice e di una mamma, che ha fatto della sua storia una traccia da trasmettere e tramandare, prendendosi la responsabilità di essere un’icona moderna in grado di andare oltre la retorica, la politica e gli outfit impeccabili. In fondo, è lì, quello che resta: un racconto di abbracci e vite condivise, di pensieri e di possibilità, con quelle nuove generazioni che, senza dubbio, sapranno far rivivere l’american dream nel nome dell’uguaglianza e della libertà.

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Qui potete vedere il trailer di Becoming:

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