ROMA – In originale Neerja, distribuito direct-to-video in Italia con il ben più diretto titolo Volo Pan Am 73. A dirigerlo, Ram Madhvani, protagonista, Sonam Kapoor, una delle attrici più influenti del magico mondo di Bollywood. Il suo ruolo? Intenso e importante. Insomma, di quelli che restano. Perché, nel film, interpreta Neerja Bhanot, modella e assistente di volo che diede la vita per salvare la maggior parte dei passeggeri sul Boening 747-121 operato dalla Pan Am. La pellicola, infatti, racconta l’attentato terroristico del 5 settembre 1986, quando quattro individui armati (nel film sono tre), più uno a terra, salirono a bordo dell’aereo con 379 persone a bordo, appena arrivato all’Aeroporto Internazionale Chhatrapati Sjivaji di Mumbai con destinazione finale, facendo scalo a Francoforte, il JFK di New York.
Gli attentatori, Zayd Hassan Abd al-Latif Safarini, Wadoud Muhammad Hafiz al-Turki, Jamal Saeed Abdul Rahim e Muhammad Abdullah Khalil Hussain ar-Rahayyal, identificati dai servizi segreti pachistani, facevano parte dell’organizzazione legata ad Abu Nidal che, in parole povere, con il consiglio rivoluzionario al-Fath, condusse almeno novanta atti terroristici contro obiettivi israeliani e, più in generale, occidentali. Nell’attentato in questione, persero la vita venti passeggeri, tra cui indiani, pakistani, statunitensi, messicani e anche italiani. I terroristi, feriti e catturati, vennero condannati a morte, con una commutazione di pena successiva traslata in ergastolo.
Peccato che quattro di loro, nel 2008, riuscirono ad evadere dal carcere di Adiala (Safarini fu estradato negli USA nel 2001, dove sta scontando 160 anni di pena…). Uno di loro, pare, sia morto nel 2010, durante un attacco in Pakistan, mentre gli altri tre sono, tutt’ora e imperdonabilmente, latitanti. Ma qual è stato il ruolo cruciale di Neerja sul volo Pan Am 73? I fatti sono noti: il Boening, da Bombay, per arrivare a Francoforte sul Meno, e poi New York, fece scalo in Pakistan. Qui, a motori spenti, l’aereo venne assalito dai dirottatori, finti agenti di sicurezza. Presero in ostaggio equipaggio e passeggeri, con i piloti che riuscirono a scappare di nascosto attraverso una botola di fuga.
Il sequestro durò quasi 24 ore, dato che i terroristi pretendevano altri piloti per far rotta verso Cipro. Perdendo la pazienza, spararono verso gli ostaggi ma, nel trambusto, Neerja aprì una porta dell’aereo. Attraverso lo scivolo, mise in salvo 359 persone su 379. Ma lei, che diede la precedenza agli altri, venne colpita a morte. Cosa rimase? Un funerale in forma privata, la più alta onorificenza al valore indiano, l’Ashoka Chakra, un premio assegnato in suo onore ogni anno a donne vittime di ingiustizie e assistenti di volo distinti per altruismo. In più, altri numerosi premi postumi a lei e alla sua famiglia. Ma, soprattutto, il suo ricordo, ancora oggi luce
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