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La psicoanalisi, MacGuffin e Bond | Riscoprire Alfred Hitchcock quarant’anni dopo

Quarant’anni fa se ne andava il genio inglese. Ma qual è oggi la sua eredità?

Alfred Hitchcock
Alfred Hitchcock: nato a Londra il 13 agosto del 1899, morì a Los Angeles il 29 aprile del 1980.

MILANO – La sagoma inconfondibile, l’ombra inquietante e quell’espressione sul volto sempre a metà strada tra lo zio bonario e un serial killer. Alfred Hitchcock, chi era costui? Molto più di un semplice regista, molto più di un grande autore, al punto che metà delle cose che vediamo oggi – comprese mirabolanti serie spacciate per ipermoderne – devono quasi tutto al vecchio Hitch, scomparso esattamente quarant’anni fa. Era il 29 aprile del 1980, il regista aveva 79 anni e in carriera aveva girato 50 film e ricevuto (solo) cinque nomination all’Oscar (per Rebecca, Prigionieri dell’oceano, Io ti salverò, La finestra sul cortile e Psycho) senza mai vincerne uno, ennesimo abbaglio di un Academy che i veri grandi, i veri irregolari, non è mai riuscita a capirli (aggiungete alla lista anche Orson Welles e Stanley Kubrick e il quadro è completo).

alfred-hitchcock
Con Cary Grant sull’autobus a Nizza: il cameo in Caccia al ladro.

Ma cosa significa rivedere oggi i film di Hitchcock? Significa innanzitutto scoprire pellicole di una modernità incredibile, non solo per struttura, sceneggiatura e messa in scena, ma anche per i temi, tutt’altro che rassicuranti e lontani dal politically correct. Dissacrante, cinico, dotato di un’ironia sferzante, spesso si divertiva a giocare con il pubblico e a prendere in giro i sex symbol di Hollywood: impossibile dimenticare che nel 1964, due anni dopo il primo Bond, castrò Sean Connery mettendolo in Marnie a fianco di una Tippi Hedren frigida, cleptomane e traumatizzata. Tutti andarono al cinema cercando lo sciupafemmine 007 e invece si trovarono davanti ad un uomo alle prese con una relazione malata con una donna incapace di avere alcun contatto fisico con l’altro sesso (!) traumatizzata da un’aggressione subita da bambina da un marinaio (!!).

Sean Connery
Due anni dopo Bond: Sean Connery in Marnie. Era il 1964.

Perché, attenzione, Hitchcock fu – e rimane – molto più grande dell’anedottica che lo insegue, dei suoi cameo da cinequiz e delle apparizioni su autobus vari, e non solo perché ha influenzato praticamente chiunque, da Truffaut e Rohmer a Spielberg, Tim Burton fino a Shyamalan e Jordan Peele, ma perché ha saputo unire arte e intrattenimento in modo assoluto: i suoi film erano campioni d’incasso, la gente faceva la fila per vederli e gli agenti dei più grandi nomi di Hollywood – da Paul Newman a Cary Grant, da Grace Kelly a James Stewart – facevano la fila per essere accolti nel suo ufficio e ottenere una parte per i loro assistiti. Hitchcock era mainstream e autorialità, era capace di dialogare con i più feroci caimani degli Studios americani e poi discutere con Salvador Dalì su come girare una scena. Arte e industria: mai più così in alto.

Intrigo internazionale
James Bond? Cary Grant sul treno in Intrigo internazionale.

Se in questo anniversario possiamo consigliare il nostro titolo, allora vi diciamo di provare a rivedere Intrigo Internazionale, con Cary Grant e Hitch che – siamo nel 1959 – girano a tutti gli effetti il primo film di James Bond, tre anni prima di Licenza di uccidere, inizio del franchise. Provate a riguardarlo oggi in questa chiave e ci troverete dentro tutti gli ingredienti di un perfetto 007 (e anche qualcosa di Mad Men): lo stile impeccabile, l’ironia di Grant, le scene d’azione, il rapporto con la bionda Eva Marie Saint, gli spostamenti geografici e le location differenti. Una pellicola girata sessant’anni fa che, per azione, ritmo e estetica, non ha nulla da invidiare a film (apparentemente) molto più moderni. Ecco, questo era Alfred Hitchcock.

  • Qui potete (ri)vedere i film di Hitchcock: Hitchcock 40
  • Qui il trailer di Intrigo internazionale

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