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6 Underground | Ryan Reynolds e il grande cinema action di Michael Bay

Esagerato, divertente, esplosivo: cercate un bel film d’azione? Lo avete trovato…

6 Underground: un dettaglio del poster
6 Underground: un dettaglio del poster

ROMA – Da Bad Boys ad Armageddon fino al sottovalutato 13 Hours e al nuovo 6 Underground: a Michael Bay gli si può dir tutto, tranne che non abbia un’idea precisa di cinema. Coerente e immediatamente riconoscibile. Emulata un po’ ovunque quando si parla di action, senza però riuscire a somigliarli. Uno stile talmente emblematico, che i Griffin (puntata 5×16, meravigliosa) l’hanno preso come esempio, ideando uno spezzone dell’episodio come se l’avesse girato proprio Michael Bay: Peter con i capelli lunghi e canotta, musica ridondante, bandiera a Stelle & Strisce, irresistibile e patinata retorica.

Ryan Reynolds in 6 Underground
Ryan Reynolds in 6 Underground

Del resto, a vedere un suo film, ci si diverte fino allo sfinimento: inseguimenti, esplosioni, battute taglienti, riprese adrenalinche. Allora, possiamo quasi azzardare nel dire che 6 Underground (che non va in sala ma su Netflix) è la summa del suo cinema. E lo capiamo fin da subito: quasi venti minuti di un folle inseguimento tra le strade di Firenze: un’Alfa Romeo verde acido sfreccia tra il Palazzo Vecchio e Santa Maria del Fiore, dal Ponte Vecchio fin dentro gli Uffizi. A bordo? Gli antieroi protagonisti, capitanati da Uno, interpretato da un Ryan Reynolds senza freni.

Mélanie Laurent in 6 Underground

La sua squadra, infatti, è composta dai più disparati individui, creduti morti eppure ancora vivi, in giro per il mondo ad uccidere i veri cattivi. A cominciare da uno spietato dittatore mediorientale, presumibilmente il primo di una lunga lista. E il cast non è niente male: Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy, Adria Arjona e soprattutto una splendida e letale Mélanie Laurent. Ce li ritroviamo tutti insieme, ci affezioniamo e tifiamo per il loro completo disinteresse verso le buone maniere. Sei fantasmi che inseguono solo l’obiettivo finale: estirpare il male, cambiare il mondo e fare del bene. Presupposti mica male, per sei randagi finiti per far branco, formando qualcosa di molto vicino ad una famiglia.

6 Underground: Michael Bay Style

Se poi ci sommiamo l’occhio di Bay (e la sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick), il grosso, rumoroso e luminoso giocattolo di 6 Underground funziona come meglio non potrebbe: due ore di immagini accelerate e poi rallentante, come fossimo davanti un lungo videoclip che pompa azioni e contrazioni, mentre la musica alterna Primal Scream, gli Imagine Dragons, Sting e una serie di pezzi ad hoc per rendere tutto deliziosamente esagerato. Del resto, il marchio (a fuoco) del regista californiano è chiaro: intrattenere, divertire ed esaltare, farci immedesimare in ciò che non potremmo mai essere. Il cinema è anche questo, e Michael Bay ce lo dimostra come meglio non si potrebbe.

Qui potete vedere il trailer di 6 Underground:

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