ROMA – Dalle solfatare della Sicilia più arretrata a Stoccolma, dove vince il Nobel per la letteratura nel 1934: la vita di Luigi Pirandello è fatta di estremi, e anche ciò affascina Michele Placido in Eterno Visionario. Ispirandosi alla biografia di Matteo Collura, Il gioco delle parti, il film racconta l’inferno della vita famigliare (la moglie Antonietta Portulano, Valeria Bruni Tedeschi, rinchiusa in un manicomio) dell’autore di Sei personaggi in cerca d’autore e i suoi trionfi (ma anche le contestazioni e gli scandali) del palcoscenico, il sogno di un amore assoluto con Marta Abba (Federica Luna Vincenti) e il rapporto controverso con il fascismo. Placido si ritaglia la parte di Saul Colin, agente e collaboratore di Pirandello, e trova in Fabrizio Bentivoglio l’interprete congeniale di un artista che seppe capire la dissoluzione dell’identità dell’uomo novecentesco e descrivere quella gabbia di simulazioni che è la società. Nella sezione Grand Public in occasione della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e dal 7 novembre al cinema con 01 Distribution.
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