ROMA – La storia è semplice: un gruppo di criminali rapisce una ballerina dodicenne, figlia di un personaggio della malavita. Tutto ciò che devono fare per riscuotere il riscatto di cinquanta milioni di dollari è sorvegliarla durante la notte. Ma in una villa isolata, i rapitori iniziano a sparire uno dopo l’altro e scopriranno, con crescente orrore, di essere rinchiusi con una bambina non comune. Da Radio Silence – il team di registi formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (Ready or Not, Scream, Scream VI) – ecco arrivare Abigail, una nuova versione decisamente unica dei film sui vampiri con protagonisti Melissa Barrera, Dan Stevens, Kathryn Newton, Alisha Weir, William Catlett, Kevin Durand, Giancarlo Esposito, Matthew Goode e Angus Cloud, al cinema dal 16 maggio con Universal Pictures.

Un progetto a lungo rincorso da Bettinelli-Olpin e Gillett, così come dagli executives della Universal, e concepito come: «Una versione unica della leggendaria tradizione dei mostri e rappresenterà una nuova, fresca direzione su come celebrare i personaggi classici». Un adattamento contemporaneo e accattivante di personaggi dell’Universal Classic Monsters sulla scia dei precedenti (eccellenti) di L’uomo invisibile e in particolare Renfield con cui condivide l’elemento tematico-orrorifico, ma non l’universo narrativo. Ogni pellicola vive nel suo mondo. Nel caso di Abigail, la base di partenza è il leggendario La figlia di Dracula, cult assoluto del 1936 di Lambert Hillyer. Che poi è uno dei due titoli provvisori con cui Bettinelli-Olpin e Gillett hanno scelto di denominare il film durante la lavorazione. L’altro era Abducting Abigail, che della narrazione è la base di partenza.

Perché in fondo è da lì che parte Abigail, da quello che sembra essere un rapimento come tanti di un’innocente bambina. Una ballerina per la precisione. Una figura che da sempre perseguita gli incubi dello sceneggiatore Stephen Shields co-firmatario dello script assieme a Guy Busick: «Sono terrorizzato dalle ballerine. Lo sono sempre stato. Penso solo che chiunque riesca a stare in punta di piedi e fare cose del genere sia un tipo un po’ diverso, tipo una creatura. E Abigail l’ho sempre immaginata come una ballerina-vampiro ricoperta di sangue, penso che anche quest’anno sarà un costume di Halloween davvero fantastico!». Non ci vuole molto, però, prima che la narrazione abbandoni del tutto l’innocenza e le pacifiche attese per lasciare il posto a jump-scare sorprendenti avvolti in una dinamica d’assedio e sangue, tantissimo sangue!

Componente, quest’ultima, che di tutte le produzioni di Bettinelli-Olpin e Gillett è un po’ il marchio di fabbrica, ma che nel caso di Abigail è decisamente il fattore aggiunto: «Il nostro problema con il sangue è che deve sempre sembrare viscoso, nel momento in cui sembra sottile, non è interessante. Vogliamo che ti rimanga attaccato addosso. Tutti i nostri film sono sanguinosi, è vero, ma direi che Abigail è sicuramente il più sanguinoso. Abbiamo passato molto tempo a scusarci con i nostri attori in questo film! Voglio dire, il sangue è nel DNA di un film sui vampiri, e la quantità di sangue in questo è piuttosto estrema, ma divertente!». L’altro è l’umorismo, i siparietti comici di Durand e Newton danno vivacità e ritmo a un racconto che fa della giocosità il suo punto di forza.

Non è, infatti, un film da prendere sul serio Abigail. Dal secondo atto in poi, la narrazione si dispiega tra maledizioni e cambi di fronte che nel regalare una quantità pressocché infinita di colpi di scena (e altrettanti finali nel climax) finisce con l’abbattere del tutto la sospensione d’incredulità faticosamente costruita lungo tutto il primo atto, per lasciare il posto ad un horror spassoso fatto di violenza fumettosa, buoni sentimenti, una Weir terrificante (e dal talento tutto da scoprire), e una Barrera tenace e magnetica che vorremmo sempre vedere così. Magari non sarà un film memorabile, Abigail, ma nella sua struttura da B-movie ad alto budget ha tutte le carte in regola per sfondare come instant-cult dei film di mezzanotte, e per un horror tanto basta a volte…
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