in

Le Petit Piaf | La favola di Gérard Jugnot e il sogno nel cassetto di quel bambino

Della Réunion al successo: il regista francese racconta la storia di Nelson e del suo sogno

Le Petit Piaf
Little Miss Sunshine alla francese? La banda de Le Petit Piaf.

MILANO – Presentato di recente al Rendez-vous, il festival del cinema francese, giunge adesso nelle sale Le Petit Piaf di Gérard Jugnot, film che porta in scena la storia di Nelson (Soan Arhimann), un bambino di dieci anni con un sogno nel cassetto: diventare un grande cantante. Il vivere in un contesto non abbiente sull’isola della Réunion, regione d’oltremare della Francia, non agevola la concretizzazione della sua aspirazione, anzi. Accade però che un suo video amatoriale venga apprezzato dalla redazione del talent show Star Kids, disposta così a dargli l’opportunità che merita. Ce la farà? Con la complicità dei fidati amici Mia e Zizou e di una vecchia meteora della musica francese come Pierre Leroy (Marc Lavoine) a far da improvvisato vocal coach, forse quel sogno potrà diventare realtà.

Le Petit Piaf
Marc Lavoine e Soan Arhimann fanno le prove.

Se da queste poche coordinate vi sembra già di conoscere Le Petit Piaf e di intuire che tipo di film possa essere è perché effettivamente è così. Jugnot ha volutamente costruito un film per bambini che, seppur bonario e buonista nelle intenzioni, non cerca mai di non essere prevedibile. Si ha l’impressione di conoscerne l’epilogo già dalle prime battute e mancano sorprese in sceneggiatura che possano compensare le divagazioni su una trama già nota. La caratterizzazione dei personaggi è stereotipata (eccezion fatta per il tassista rasta che con le sue perle di saggezza fa sorridere) e le occasioni di intrattenimento, quali la porta scorrevole che decide di aprirsi a seconda di chi vi si avvicina, restituiscono un livello di comicità infantile. Le Petit Piaf non ha alcuna pretesa di essere una pellicola autoriale e sa di voler assecondare un’esigenza di mera piacevolezza, ma sarebbe forse stato il caso di relegare il film alla diretta fruizione televisiva o alle piattaforme streaming. 

Soan Arhimann, ovvero il piccolo Nelson, in esibizione.

In Francia gli spettatori avranno di certo potuto apprezzare l’effetto nostalgia dei grandi classici della tradizione musicale d’Oltralpe cantati dal protagonista: in Italia l’effetto inevitabilmente si attenua per minore prossimità con i brani proposti. Un ulteriore punto di interesse per il pubblico francese deriva dalla vittoria del giovane protagonista all’edizione locale di The Voice Kids (ne abbiamo da poco visto la versione italiana con Antonella Clerici), effetto chiaramente annullato per il nostro pubblico. Qui ad Hot Corn peraltro siamo spesso strenui sostenitori dei titoli originali o delle traduzioni letterali ma, in questo caso, mantenere il titolo originale risulta discutibile, essendo abbastanza fuorviante il riferimento a Edith Piaf nella complessità della pellicola e poco riconoscibile questa scelta per gli abitanti del nostro Paese.

Le Petit Piaf
La prima giuria di amici osserva Nelson.

Insomma, nel mare magnum di contenuti audiovisivi ai quali siamo oggi esposti, il rischio che va evitato sempre più è la riproposizione di stili, trame e personaggi già noti: Le Petit Piaf, purtroppo, cade in toto in questa trappola e la scelta di proporne la fruizione soprattutto ad un pubblico di giovanissimi non ne elimina i limiti strutturali, anche se – va detto – rimane una visione perfetta per una famiglia. Se vi piacerà, recuperate in streaming anche un altro titolo recente avente per protagonista un bambino appassionato di canto come Una voce fuori dal coro di di Yohan Manca, pellicola capace di assegnare significati nuovi ad un plot già in parte visto sullo schermo.

  • FRENCH TOUCH | Il cinema francese visto da Hot Corn
  • VIDEO | Qui il trailer de Le Petit Piaf:

 

 

 

 

Lascia un Commento

VIDEO | Pupi Avati, Edwige Fenech e Gabriele Lavia raccontano La quattordicesima domenica

Marco Giallini

VIDEO | Marco Giallini: «Io e la mia carriera, tra Robert De Niro e L’odore della notte…»