ROMA – Tra la commedia all’italiana e Rain Man, Quentin Tarantino e gli action di Bruce Lee. Giampaolo Morelli torna dietro la macchina da presa, dopo l’esordio con 7 modi per farti innamorare, e centra l’obiettivo con Falla Girare. Commedia dall’ironia scorretta ricca di parentesi d’azione che in un’ora e quaranta vi strapperà più di una risata di cuore. Il merito è nella scrittura – Morelli è co-sceneggiatore insieme a Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini – che non si auto-censura per paura di infrangere il politicamente corretto e in un gruppo di attori perfetti per i ruoli chiamati a ricoprire.

Su tutti c’è ovviamente lui, il regista e attore nei panni di Natan, influencer tamarro ma dal cuore d’oro – si prende cura del fratello ritardato, Arturo (un Giovnni Esposito in grande forma) – dispensatore di massime ad effetto convinto che il tag sia la moneta di scambio corrente. I suoi quindici minuti di notorietà li ha avuti quando, per sbaglio, ha dato fuori ai capelli della fidanzata in una live su Instagram. Infausto evento che gli ha regalato il soprannome di Natan ‘o piromane. L’arduo compito di intervistarlo tocca a Guglielmo Bonetti (Ciro Priello), giornalista impegnato (nelle aspirazioni) costretto a scrivere di fenomeni social in un mondo che va a rotoli anche a causa di un virus che ha attaccato e distrutto le piantagioni di canapa di tutto il mondo causando un impennata di infelicità e suicidi.

I due per caso scoprono una pianta di cannabis nel giardino della villa dell’influencer e con Oreste, spacciatore con il volto (e le extension) di Fabio Balsamo, decidono di partire da Napoli in direzione di Roma. O meglio, del Vaticano, che conserva nei suoi giardini l’ultimo esemplare femmina della pianta con la quale poter produrre semi da vendere a 100 Watt, boss della camorra interpretato da un grande Leopoldo Mastelloni. Una commedia che intreccia azione e una parentesi di romanticismo mentre si prende gioco del lato più superficiale e falso dei social, tra pubblicità e pose ridicole, maschere (vere e virtuali) e filtri dietro i quali nascondere la nostra natura “terribilmente deludente”.

La fotografia di Davide Manca, così come i costumi di Rossella Aprea e la scenografia di Carlo De Marino, sottolineano l’attaccamento di Falla Girare al cinema di genere ancor di più accentuato, per contrasto, dalla banda di scapestrati chiamata a riportare la felicità nel mondo. Tra le trovate più riuscite e divertenti del film c’è senza dubbio la seconda vita che Giampaolo Morelli regala all’asta per selfie. Oggetto simbolo di un mondo ossessionato dai social e dalla condivisione perenne, trasformato in Falla Girare in un’arnese capace di risolvere più di una situazione critica…
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La video intervista per Falla Girare è a cura di Manuela Santacatterina:
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