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Tom Hiddleston: «La vulnerabilità di Loki, Owen Wilson e la mia gratitudine al MCU»

Dal rapporto con Owen Wilson all’onore di vestire i panni del dio dell’Inganno: l’attore si racconta

tom hiddleston

ROMA – Camicia grigia, sorriso smagliante e una risata inconfondibile. Tom Hiddleston compare su Zoom accanto ai colleghi Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw e Wunmi Mosaku per presentare alla stampa internazionale Loki (qui la nostra recensione), terza serie targata Marvel Studios su Disney+ dal 9 giugno. Insieme a loro anche il produttore Kevin Feige, il creatore dello show Michael Waldron e la regista Kate Herron. Un incontro in cui l’attore inglese ha sottolineato l’onore di tornare a vestire i panni di un personaggio tanto amato e ricco di sfaccettature come il dio dell’Inganno che, questa volta, si troverà a fare i conti con una serie di domande che lo costringeranno a rivedere il suo passato. Ma la conferenza è stata anche l’occasione per scoprire come Hiddleston, dopo sei film nei panni di Loki, sia ormai un vero esperto del MCU al punto da impartire delle vere e proprie lezioni ai suoi colleghi che, per la prima volta, si confrontavano con la mitologia dell’Universo Marvel…

IL RITORNO DI LOKI «Ero così emozionato all’idea di tornare a interpretarlo. La scena di Avengers: Infinity War mi sembrava così finale. Era conclusiva, come se rappresentasse la fine della storia di Loki. Ma sapevo che Avengers: Endgame era dietro l’angolo. E in quel film c’è la scena in cui Loki prende il Tesseract e sparisce in una nuvola di fumo. Dove va? In quale periodo? Come ci arriva? Kevin Feige, Louis D’Esposito e Victoria Alonso mi hanno rassicurato sul fatto che sarebbe stato quello il punto di partenza della serie. E c’erano così tanti posti dove saremmo potuti andare. Così tante possibilità su cui riflettere. Credo sia davvero eccitante. Sono felice di averlo fatto».

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Tom Hiddleston in una scena di Loki

LE DOMANDE «Quello che amo della serie è che Loki è spogliato di tutto ciò che gli è familiare. Thor non gli è accanto, Asgard sembra lontana, gli Avengers non sono nei paraggi. È spogliato del suo status e dei suoi poteri. E se gli togli tutte le cose che ha usato per identificarsi negli ultimi sei film, cosa rimane di Loki? Chi è dentro e al di fuori di queste cose? E credo che queste domande siano molto affascinanti. Cosa lo rende Loki? È capace di crescere o di cambiare? E la sua esperienza all’interno della TVA può dargli un’idea di chi è? Un mutevole mutaforma che non si presenta mai due volte con lo stesso aspetto…».

Tom Hiddleston e Owen Wilson in una scena di Loki. Foto Marvel Studios

LA COMPLESSITÀ DI LOKI «Amo interpretare questo personaggio. L’ho sempre amato. Mi ritengo fortunato di essere ancora qui e che ci siano nuovi aspetti di lui che posso scoprire. Credo sia uno di quei personaggi dal raggio enorme. Specialmente in questa serie. Sono circondato da persone incredibili… tutte le conversazioni con Kevin, Kate e Michael, e le interazioni con Owen, Gugu e Wunmi… ci siamo divertiti. E credo che forse a causa della complessità di Loki si crei ogni volta una nuova dinamica, emergano nuovi aspetti».

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Una scena della serie. Foto Marvel Studios

OWEN WILSON «È stato interessante comprimere la mia esperienza nel MCU lunga sei film per aiutare Owen and entrare in quest’universo. Inoltre Mobius, il suo personaggio, è un esperto di Loki. Conosce meglio Loki di quanto Loki conosca se stesso! Così ho cercato di aiutare Owen con i miei ricordi e la mia esperienza. Ha posto delle domande così intelligenti e profonde che mi ha fatto ripensare a svariati aspetti del personaggio. Credo che la nostra conversazione abbia trovato la sua strada proprio attraverso quelle scene che ci sembravano quasi un’opera teatrale».

La coppia televisiva dell’anno? Owen Wilson e Tom Hiddleston. Foto di Chuck Zlotnick.

LA VULNERABILITÀ «Non c’è dubbio sul fatto che se mi è stato permesso di continuare a interpretare Loki è perché significa tanto per molte persone. È una cosa incredibilmente gratificante. Lo vivo come un grande onore. So che alcune persone sono attratte dalla sua vulnerabilità nascosta sotto quegli stati di fascino e carisma. Un elemento che lo rende molto umano. E questo lo devo a tutte le persone che hanno scritto questo personaggio, partendo ovviamente da Stan Lee e Jack Kirby e passando per J. Michael Straczynski e Daniel Kibblesmith. Lo devo a Don Payne che ha scritto il primo film di Thor facendo un lavoro straordinario e rendendo Loki un personaggio ricco di pathos. E ora a Michael e al suo team pazzesco, Eric Martin, Bisha K. Ali, Elissa Karasik e Tom Coffin, che hanno unito le loro menti per pensare a questo personaggio».

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Qui potete vedere il trailer di Loki:

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