MILANO – Nel 2008 Spike Lee decide di ripercorrere un pezzo della Storia d’Italia. Miracolo a Sant’Anna, con Pierfrancesco Favino, Valentina Cervi e Laz Alonso, è tratto dal romanzo omonimo di James McBride, una storia di finzione che attraverso le vicende di quattro soldati neri e del piccolo Angelo racconta la vita nelle truppe sulla Linea Gotica nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lee lo usa per parlare delle stesse discriminazioni che i soldati di colore subivano nelle trincee, allo stesso modo che in patria. Ma il film è stato oggetto di forti critiche, anche da parte di istituzioni ufficiali, per la sua ricostruzione di una tragedia avvenuta proprio in quei luoghi: l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.

Quello che McBride e Lee mostrano è come la strage sia avvenuta a causa del tradimento di un partigiano, cosa che ha fatto scaturire non poche polemiche da parte dell’ANPI (l’associazione dei partigiani italiani), nonché da parte di molti storici. Effettivamente, le cose andarono diversamente. Sant’Anna di Stazzema era considerata dai tedeschi “zona bianca”, perché nel paese e nei territori limitrofi si rifugiavano principalmente gli sfollati che sfuggivano ai bombardamenti. Proprio nel 1944 venne creata la linea Pietrasanta-Riegel, che insieme alla già esistente Linea Gotica avrebbe dovuto difendere i territori che erano stati occupati dai nazifascisti e fermare l’avanzata degli Alleati.

A Sant’Anna venne quindi dato l’ordine di sgombero, tutti gli abitanti dovevano lasciare le proprie case e spostarsi altrove. Ma la popolazione era esponenzialmente aumentata e le disposizioni erano difficilmente realizzabili. Così, dopo essere stati assicurati del fatto che nel paese non ci fossero partigiani, apparentemente annullarono l’ordine. Ma al sorgere del sole del 12 agosto quattro compagnie dei battaglioni delle Waffen SS arrivarono a Sant’Anna di Stazzema e circondarono il paese. Gli uomini, che credendo che si trattasse di rastrellamenti per i lavori forzati, fuggirono sulle montagne. Nessuno credeva che di lì a poco si sarebbe consumata una strage, e nel paese rimasero quindi solo donne, bambini e anziani.

Furono proprio loro ad essere massacrati nel giro di poche ore. Alla fine, le case vennero incendiate, 560 persone furono crudelmente uccise a freddo, e fu possibile identificarne solo la metà. Come emerse dalle indagini della procura militare di La Spezia, fu un atto terroristico premeditato, un attacco lanciato dalle SS per rompere i legami tra i civili e i partigiani, che si nascondevano tra le montagne e i boschi e contavano sul loro appoggio.

Lee ha più volte ribadito che non ha intenzione di chiedere scusa per come viene mostrato l’eccidio e McBride si è difeso sostenendo che la sua è una storia di finzione, nonostante si basi su fatti realmente accaduti. Certo è che Miracolo a Sant’Anna è riuscito a riportare l’attenzione sulla strage di Sant’Anna di Stazzema, una pagina della nostra storia che per quasi cinquant’anni dall’epoca dei fatti è stata dimenticata dal nostro Paese.
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