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Tra l’Apocalisse e Kennedy | The Umbrella Academy 2 è puro intrattenimento

La 2ª stagione della serie Netflix è un concentrato di pop culture che guarda a ieri per parlare dell’oggi

the umbrella academy 2

MILANO – L’Apocalisse è dietro l’angolo e i fratelli Hargreeves hanno solo una manciata di giorni per scongiurare la fine del mondo. Per sommi capi questa era la trama della prima stagione della serie ideata da Steve Blackman e basata sul fumetto edito dalla Dark Horse di Gerard Way e Gabriel Bá (arrivato in Italia grazie a Bao Publishing). Il caso vuole che questa sia anche la trama di The Umbrella Academy 2, disponibile dal 31 luglio su Netflix. Il secondo capitolo dello show riprende le fila da quel finale di stagione che aveva visto Vanya (Ellen Page) distruggere la Luna e causare la fine dell’umanità a cui i fratelli scampano grazie a Numero 5 (Aiden Gallagher) e le sue capacità – non proprio eccelse – di viaggiare nel tempo.

Un’immagine del primo episodio di The Umbrella Academy 2

Ecco allora che l’azione si sposta a Dallas. Ma non siamo nel 1919. No, perché ognuno dei fratelli Hargreeves si ritrova catapultato in un vicolo della città texana tra il 1960 e il 1963. L’ultimo ad arrivare è proprio Numero 5 che si ritrova a Dallas il 25 novembre del 1963, solo tre giorni dopo l’assassino di John F. Kennedy, e scopre che l’alterazione del piano temporale causerà di lì a poco una guerra nucleare. Cosa fare, dunque, se non cercare i suoi fratelli e provare a salvare (di nuovo) il mondo?

the umbrella academy 2
Klaus versione guru

Tra chi ha fondato una setta usando come filosofia i testi delle canzoni pop che devono ancora essere scritte e chi viene internato perché convinto che un certo Lee Harvey Oswald ucciderà il Presidente, ognuno dei fratelli Hargreeves in The Umbrella Academy 2 si costruisce una propria strada certo di essere rimasto ormai solo. Proprio quest’iniziale solitudine permette alla serie di indagare e approfondire meglio i singoli personaggi, regalando loro sfumature che nella prima stagione erano rimaste inesplorate. Inoltre l’ambientazione degli anni Sessanta regala una luce nuova allo show, spazzando via la patina cupa in favore di colori pastello e accostamenti cromatici brillanti.

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Una scena della seconda stagione

Prendendo in prestito l’idea di base di 11/22/63 di Stephen King – poi diventata una mini-serie con James Franco – The Umbrella Academy 2 rimane un concentrato di pop culture che alterna luci e ombre ma riesce anche ad affinarsi sotto ogni aspetto: dalla già citata capacità di valorizzare le peculiarità dei suoi protagonisti alla ricercatezza dei dettagli nei costumi e nelle scenografie, dalla narrazione più asciutta all’interazione più profonda e sfaccettata fra i sette fratelli.

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Una scena di The Umbrella Academy 2

Ma quello che ci ha colpiti maggiormente di The Umbrella Academy 2 è senza dubbio l’arco narrativo di Allison (Emmy Raver-Lampman). Una Numero 3 momentaneamente senza voce e poteri che permette alla serie di mostrare l’America delle leggi Jim Crow, quella della segregazione razziale e della nascita dei primi movimenti per i diritti civili, della repressione brutale della polizia e delle singole storie di coraggio e ribellione. Un racconto reso ancora più vivido dalle scene delle proteste del Black Lives Matter che stanno ancora attraversando gli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd e la morte di John Lewis, leader del movimento per diritti civili afroamericani e membro dei Big Six al fianco di Martin Luther King durante la Marcia su Washington. Perché uniti è tutto più facile. Anche salvare l’umanità.

  • Ill caso The Umbrella Academy, tra Tim Burton e i My Chemical Romance

Qui potete vedere il trailer della seconda stagione:

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