MILANO – Xavier Dolan al momento sta lavorando da attore su L’inconnu de la Grande Arche, un film di cui sappiamo poco, ha deciso di fare un passo indietro dopo le critiche e le accuse, eppure il suo cinema rimane vitale come non mai. Prendete Matthias & Maxime, un film che ha ormai sei anni, delicato e tenero, una lettera d’amore alle persone che ormai all’interno del suo cinema abbiamo imparato a conoscere: madri, fratelli, amanti, tutti accomunati dalla sensibilità a cui ci ha abituato. Scritto, diretto e interpretato da Dolan, il film – lo trovate su NOW e AppleTV+ – venne presentato al Festival di Cannes nell’ormai lontano 2019, ma ancora oggi (anzi forse di più, proprio oggi) è un grande film, onesto e pregno di quella vulnerabilità che spesso e volentieri permette a chi guarda di relazionarsi con i suoi personaggi, ma anche che spesso non esiste più in un cinema fatto di colpi ad effetto.

Ma chi sono Matthias & Maxime? Due ragazzi che fanno parte della stessa compagnia di amici. Viene chiesto loro di partecipare al corto per la scuola di cinema di un’amica, dove devono darsi un bacio. Quello che sembra un niente, si trasforma in un tormentato viaggio interiore dei due, tentando di comprendere la propria sessualità e i sentimenti che provano l’uno per l’altro. La premessa è semplice, portarla sullo schermo è tutt’altra storia e Dolan ci riesce con il suo stile inconfondibile. Il profondo lirismo visivo che lo caratterizza è più sottile ma sempre presente, così come il cambiamento dell’aspect ratio (costante imprescindibile dei suoi film). Il crescendo bruciante di un primo vero bacio – perché molto sapientemente il bacio centrale che mette in moto tutta la vicenda non viene mai mostrato –, la cinematografia ravvicinata e irregolare che fonde gioco e intimità, le sentite performance di Gabriel d’Almeida Freidas e Xavier Dolan.

Abbiamo davanti agli occhi un piccolo film con un grande cuore, che parla della scoperta di sé stessi e della difficoltà di fare i conti con sentimenti che sono stati per lungo tempo repressi. L’inizio è lento, dà il ritmo per abituarsi ai personaggi, ed esplode in un atto finale impegnativo e catartico. Anche in mezzo a tutto il dolore, l’agonia e il desiderio senza fine, non si può fare altro che rimanere incantati. Forse anche per una leggera virata ottimista rispetto al pessimismo che dominava precedenti film, ma chi può dirlo. Quel che è certo, è che Dolan ha centrato il colpo. Le musiche e le immagini di un amore che stenta a nascere e a rivendicare la propria forza sulle sue vittime si trasforma in un vortice di sensazioni che hanno lo stesso aspetto di un caldo abbraccio.

Si tratta di un melodramma, e il dramma si fa sentire in maniera preponderante, ma i sentimenti logoranti dei due protagonisti, alla fine, sembrano essere un ostacolo che, sì, si può superare. Un’analisi, anche, di tutto quel discorso sull’omofobia interiorizzata che in realtà nasconderebbe emozioni ben più profonde e che Dolan affronta senza però cadere nei più pericolosi clichés. E alla fine, è una storia d’amore. Una storia su come un bacio innocente e apparentemente innocuo può innescare una scintilla, suggerendo implicitamente che poi sta ad ognuno di noi decidere se lasciarla bruciare o aspettare che si spenga. Per chi crede che Xavier Dolan sia sopravvalutato, un film che fuga ogni dubbio…
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- VIDEO | Qui potete vedere il trailer del film:
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