ROMA – L’Amazzonia sta bruciando: il polmone del mondo, che sta collassando sotto gli occhi distratti del pianeta, è una delle fonti principali per l’aria pulita sulla nostra Terra e potrebbe risentire di un 20% di perdita sulle emissioni del prossimo anno. Più di due settimane di fiamme per una delle foreste pluviali più grandi del mondo, che dallo scorso anno ha subito un incremento degli incendi nel territorio. Colpa dell’uomo? Del riscaldamento globale? Ma, soprattutto, una domanda: come mai, dopo quasi sedici giorni di fuoco, ne sentiamo parlare solo ora?

Questa è la la domanda che Leonardo DiCaprio – da sempre in prima fila per l’ambiente – si è posto sul suo profilo Instagram. Che l’attore sia uno dei più attivi sostenitori della salvaguardia della Terra non è un mistero: ha istituito la Leonardo DiCaprio Foundation, ha donato 20 milioni di dollari per la lotta al cambiamento climatico, per la conservazione della biodiversità, tiene conferenze per la sensibilizzazione sul tema in ogni angolo del mondo. In più, nel 2012, ha prodotto il documentario di Fisher Stevens, Punto di non ritorno – Before the Flood, mentre quest’anno ha presentato a Cannes ben due nuove opere sulle stesso tema: Ice & Fire e And We Go Green.

Un post pieno di risentimento e dolore quello scritto dall’attore: «L’Amazzonia, che ospita 1 milione di indigeni e 3 milioni di specie, brucia da più di due settimane. Dall’inizio di quest’anno ci sono stati 74.000 incendi, un aumento dell’84% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso». Crisi che DiCaprio inquadra senza peli sulla lingua, attribuendo al Presidente brasiliano la colpa della disgrazia che si sta consumando in questo periodo. «Scienziati e ambientalisti attribuiscono la deforestazione accelerata al presidente Jari Bolsonaro, che ha lanciato un invito aperto ai taglialegna e agli agricoltori per liberare la terra dopo l’entrata in carica a gennaio».

Ma il divo non si limita a puntare il dito e spiega cosa fare, nel proprio piccolo, per tentare di difendere il nostro pianeta: «Prendete in considerazione l’idea di diventare un sostenitore delle iniziative forestali per le foreste tropicali più vulnerabili del mondo. Tenetevi aggiornati su questa storia e continuate a condividere post, taggare agenzie di stampa e influencer. Ricordate di essere consumatori consapevoli avendo cura di supportare aziende impegnate in filiere responsabili. Eliminate o riducete il consumo di carne bovina. Quando arriva il momento delle elezioni, votate i leader che capiscono l’urgenza della nostra crisi climatica e sono disposti a intraprendere azioni coraggiose». Un altro riferimento a Bolsonaro piuttosto chiaro, ma non è scontato pensare che a Mister Trump possano fischiare le orecchie…
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