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Da Orfeo e Euridice fino a Bryan Cranston | Se ai Tony trionfa l’impegno civile

Hadestown e gli altri: un’edizione storica nel segno di Network, Elaine May e Ali Stroker

Una scena di Hadestown, il musical trionfatore agli Emmy.

NEW YORK – Strano destino quello dei Tony. Ogni anno, il conduttore – nella fattispecie James Corden – e i vincitori ripetono che guardare la cerimonia di consegna sia un’esperienza formativa per i giovani fan e gli artisti del teatro nel mondo, oltre che per i membri di lunga data della comunità. A pensarci bene non sembra così assurdo: sono davvero l’unico premio che è realmente più di una semplice sfilata di celebrità vestite griffati. L’ultima edizione ha visto come assoluto trionfatore Hadestown, opera popolare sull’oscuro viaggio agli Inferi di una giovane coppia, che ha sbaragliato la concorrenza vincendo ben otto statuette, incluso il Tony come miglior musical.

Tony Awards
Il cast di Hadestown al completo

Basato sulla storia di Orfeo e Euridice, il musical di Anaïs Mitchell ha vinto anche per la miglior regia – firmata da Rachel Chavkin – colonna sonora, attore non protagonista – André De Shields –  orchestrazione e sound, scenografia e lighting design. Proprio la regista ha fatto notare di essere l’unica donna alla direzione di un musical a Broadway, chiedendo a gran voce che il mondo del teatro si facesse avanti per cambiare la situazione. Altrimenti, «l’immaginazione rischia di fallire», ha sottolineato durante il discorso di ringraziamento.

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Rachel Chavkin posa con il suo Tony. Foto di Bruce Glikas

Dalla rilettura di un mito greco all’Irlanda del Nord degli anni ’80: questo è lo scenario di The Ferryman scritto dal drammaturgo Jez Butterworth, che ha vinto come miglior rappresentazione e regia, curata da un veterano come Sam Mendes. C’è stato un momento di gloria anche per Bryan Cranston che ha vinto il suo secondo Tony (superando Jeff Daniels per Il buio oltre la siepe) portando in scena l’instabile conduttore televisivo di Network, adattamento teatrale del film del 1976. Cranston ha dedicato il suo premio ai veri giornalisti con un riferimento nemmeno troppo velato ai ripetuti attacchi alla stampa da parte del presidente Trump. «I media non sono il nemico del popolo. La demagogia è il nemico del popolo», ha detto l’attore.

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James Corden, conduttore dei Tony Awards

Serata da incorniciare anche per la grande Elaine May, che all’età di 87 anni ha vinto come miglior attrice in un’opera per la performance di una donna mentalmente in declino in The Waverly Gallery. May, regista, scrittrice e attrice è anche nota per la sua collaborazione comica negli anni ’50 con Mike Nichols. Il riconoscimento come miglior attore in un musical è andato a Santino Fontana per Tootsie, lo show basato sul film del 1982, mentre Stephanie J. Block ha portato a casa il Tony come attrice interpretando Cher in The Cher Show. Straordinario il premio come attrice non protagonista ad Ali Stroker per la rivisitazione del classico Oklahoma!. La Stroker, infatti, è diventata la prima attrice su una sedia a rotelle a vincere un Tony.

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Ali Stroker raggiante mostra il suo premio al pubblico. Foto di Theo Wargo

Festeggiamenti anche per Ryan Murphy e per il suo The Boys in the Band, adattamento di un film comico degli anni ’60 su un gruppo di omosessuali che si riuniscono in occasione di una festa di compleanno. Suo il Tony come miglior revival di un’opera teatrale. Il premio per l’attrice non protagonista è andato a Celia Keenan-Bolger, come Scout in To Kill a Mockingbird, mentre l’attore inglese Bertie Carvel ha vinto il primo Tony della carriera nei panni del magnate dei media Rupert Murdoch in Ink. La veterana attrice Rosemary Harris e il drammaturgo Terrence McNally, infine, hanno ricevuto due speciali premi alla carriera.

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