Damiano Panattoni ROMA – Mentre Avengers: Endgame è a pochi migliaia di dollari dal record assoluto di Avatar (ce la farà? Siamo a 2 miliardi e 686 milioni contro 2 miliardi e 787, il prossimo week-end sarà decisivo), i fan non solo sono già in attesa di Spider-Man: Far From Home – che chiuderà la Fase 3 – ma anche di scoprire se (e quali) Vendicatori faranno ritorno nei prossimi film della Saga. Tra loro dovremmo rivedere Thor, anche a giudicare dal divertente finale insieme a Star Lord, Rocket e gli altri Guardiani della Galassia, ribattezzati non a caso Asgardiani della Galassia. E meno male, aggiungiamo noi, perché il Dio del Tuono di Chris Hemshworth è senz’altro il personaggio che più si è evoluto negli undici anni di MCU.
Se Hemsworth è uno degli attori dell’anno, a cui Variety ha dedicato una cover in occasione dell’arrivo di Men in Black: International, Thor è stata l’assoluta rivelazione di Endgame. Dio in esilio, affranto e depresso, barba lunga e una pancia a sostituire muscoli e addominali. Così, è lo stesso Hemsworth a raccontare a Variety la sua trasformazione, da God of Thunder al Drugo de Il Grande Lebowsky, un’evoluzione molto amata dai fan che sul web si divertono ora a immaginare poster, magliette e fan art sul suo nuovo Lebowski Thor.
«Per il trucco e i capelli ci volevano almeno tre ore. La pancia? Un grosso ammasso di silicone, pesantissimo, di circa 40quaranta chili. Avevo dei pesi al polso e alle caviglie, così una volta sul set potevo assumere quell’andatura goffa e trascinata». Sul set, Chris Hemsworth era per tutti “Lebowski Thor”. Inizialmente lo script prevedeva che il Re di Asgard tornasse muscoloso e aitante nel corso della storia, ma l’intuizione (rivelatasi geniale) di mantenere il fisico alla Drugo è venuta proprio all’attore australiano
«Ho interpretato il personaggio in modo diverso, senza badare alle aspettative». Tanto che alcuni dei protagonisti, Robert Downey Jr. su tutti, durante le riprese scherzavano con la panciona di Thor: «Sì, venivano da me e mi coccolavano, come fossi un orso, massaggiandomi la pancia come fossi incinta. Anzi, alcuni si sedevano sulle mie ginocchia, pensando che fossi Babbo Natale. Con quella pancia ricevi un sacco di affetto. Era come se fossi un nonno, con un gruppo di bambini che mi giravano intorno…».
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