ROMA – Mentre aspettiamo l’ennesimo Avengers, il quinto, questa volta Doomsday (ve ne abbiamo parlato qui) e la Marvel ormai domina numeri e gusto, dalla Francia arriva (come sempre) una tendenza quasi opposta. Come spesso accade. I francesi, si sa, spesso amano correre un campionato a parte, e se questo a volte può irritare, spesso conduce però a un modo di vedere le cose differente, una rarità in questi tempi piuttosto appiattiti sul monogusto. E così accade che mentre il mondo vede il fumetto migrare pesantemente verso cinema e tv in infinite forme (e a luglio vedremo anche un nuovo Superman), a Parigi è da sempre il cinema che esce dalla sala e si fa fumetto, traducendo in striscia anche personaggi e storie affatto banali o scontate.

Il primo volume, pubblicato dalla gloriosa Glénat, si chiama Lino Ventura: Et l’oeil de verre e racconta la storia del grande attore francese (che in realtà era italiano, si chiamava Angiolino Ventura di Parma) a oltre centocinque anni dalla nascita, il 14 luglio 1919. Scritto da Arnaud Le Gouëfflec e disegnato da Stéphane Oiry, la graphic novel prende spunto da un incontro con un giornalista per raccontare la vita del colosse au cœur d’or, ovvero il colosso dal cuore d’oro, dai primi combattimenti come pugile alla vita da attore arrivata casualmente, com’era solito ripetere lui.

Una graphic novel che mescola cronaca e mito, un fumetto gustoso che gioca anche esteticamente con il ricordo del cinema francese del Novecento. Il secondo libro arriva invece per celebrare un mito che in Francia ricordano sempre, non solo agli anniversari, ovvero Sergio Leone e si chiama semplicemente Sergio Leone. Realizzato da Noël Simsolo – grande amico di Leone e autore già di C’era una volta il cinema – è stato disegnato da Philan che ha ripercorso la vita del regista a partire dagli anni dell’infanzia a Roma. In una tavola vediamo il piccolo Sergio nel 1937 scoprire La vampira indiana, western girato dal padre, Roberto Roberti, con protagonista la madre, Bice Valerian.
Un modo molto differente di leggere una storia conosciuta (ma nemmeno troppo), e il consiglio è quello di gustarsi soprattutto le pagine che descrivono l’Almeria del 1964, con Leone sul set di Per un pugno di dollari, ancora inconsapevole di quello che sarebbe arrivato poi. Ma fa la sua apparizione anche Mussolini nella Torino del 1925 ed è divertente anche veder disegnato il giorno della nascita del regista, con il padre che prende tra le braccia Sergio, il 3 gennaio del 1929. Insomma, una lettura più che piacevole, un parco dei divertimenti per qualsiasi cinefilo che si rispetti.

Usciti in Francia da qualche tempo, la cosa assurda è che in Italia i due volumi rimangono ancora inediti, anche se la speranza (vana?) è che vengano tradotti presto visto che appare pur sempre alquanto bizzarro che due miti italiani come Sergio Leone e Lino Ventura vengano celebrati prima in Francia. E poi dicono che i francesi sono sciovinisti…
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