in

Chi è Larry Manteca e perché tutti dovrebbero parlare di lui: alla scoperta di un compositore

Era a New York negli anni Settanta? In Florida negli Ottanta? E dove sono i film che ha musicato?

Un frame preso da Dangerous Ways, uno dei film musicati da Larry Manteca.

NEW YORK – Qualcuno – qualche anno fa, dopo aver bevuto troppo – giurò di averlo addirittura conosciuto a Harlem negli anni Settanta. Qualcun’altro sostenne invece che facesse la comparsa e fosse a fianco di Fernando Di Leo durante le riprese di Milano Calibro 9. Falso. Altri dicono che era a Parigi, nel 1977, con Miles Davis e che proprio a lui, anni prima, si deve il suono della Blaxploitation. Non solo, il personaggio di Shaft sarebbe poi stato costruito su alcuni suoi racconti a fine riprese e nessuno gli avrebbe pagato nemmeno un dollaro di diritti. Dove finisce la verità e inizia la finzione? Larry Manteca è un personaggio reale o fittizio? Ma chi è e perché nessuno parla di lui nonostante sia un genio? Quanti anni ha? Dove vive? E perché i film per cui ha scritto le colonne sonore sono introvabili da anni? Tante domande. Forse troppe.

Una cosa è certa: andando a spulciare la sua discografia il mistero si infittisce ancora di più. Dove sono finiti titoli come l’action Bangkok Fury, il fantascientifico Mutant Virgins from Pluto oppure il soft porno Emanuelle goes to Hollywood. O ancora, Dangerous Ways, quest’ultimo un ottimo e solido thriller diretto da John Hitman? La leggenda – che di rado mente – dice che un incendio (doloso, ovviamente) in un capannone di Williamsburg, probabilmente negli anni Ottanta, distrusse tutti i nastri e che Manteca, furioso, decise di ritirarsi dalle scene finendo a dormire in una roulotte in Florida e non toccando più uno strumento in vita sua. Ma questa è solo una delle molte versioni che circolano, perché qualcun’altro sostiene di averlo sentito suonare a Milano, casualmente, in un locale in cui non era nemmeno previsto in cartellone.

Oggi di Manteca è incredibilmente arrivato un disco nuovo, Zombie Mandingo (lo potete ascoltare qui) ma dei film che ha musicato ancora poco, pochissimo. Spesso esistono solo pezzi di trailer, lasciati su vecchie bobine dimenticati in cassetti rimasti indenni da fallimenti e traslochi. Su Tidal c’è la colonna sonora di Mutant Virgins from Pluto (ascoltatevi Surrender), ma quello che c’è è piuttosto notevole e indicativo del talento dell’uomo. Prendete proprio Dangerous Ways, per molti lo score a cui si ispirò nel 1969 Lalo Schifrin – a cui Larry insegnò tutto – per comporre la colonna sonora di Bullitt: riascoltate qui sotto i due minuti e trenta secondi di Alvin’s Run, un groove potente che vi porterà a San Francisco nel 1972, a metà strada tra Starsky e Hutch e il già citato Shaft.

Ma non solo: andatevi a risentire l’exotica venata di horror di Zombie Mandingo, altra pellicola scomparsa nel nulla, storia di un gruppo di turisti finiti su un’isola dopo un incidente aereo, uno strano punto di incontro tra Mondo Cane di Jacopetti e Cannibal Holocaust di Deodato, horror splatter divenuti poi dei veri e propri cult, omaggiati da una generazione di registi da Eli Roth a Quentin Tarantino.

Oggi, a distanza di anni, in molti cercano ancora Manteca, qualcuno dice viva a Mombasa, vicino Forte Jesus, accordando vecchi liuti in cambio di pacchetti di sigarette. Difficile dirlo. Altri però accostano la sua parabola a quella di un altro fuoriclasse assoluto: Janko Nilović, pianista montenegrino nato a Istanbul e vissuto a Parigi negli anni Sessanta, campionato perfino da Jay Z, oggi ritiratosi a vita privata nella campagna francese. Manteca e Nilović quindi, due facce della stessa medaglia, due geni mai totalmente riconosciuti, ma se Nilović qualche citazione la ha ottenuta, Manteca ancora rimane misconosciuto mentre le sue colonne sonore, anno dopo anno, diventano oggetti di culto, vecchi vinili da tramandare ai posteri.

  • PLAYLIST | Qui la playlist firmata da Larry Manteca per Hot Corn.
  • VIDEO | Qui un visual di Voodoo Hunter:

 

 

 

 

 

 

Lascia un Commento

Sebastian Stan al centro della scena di A Different Man di Aaron Schimberg, una delle possibili sorprese del concorso della Berlinale 74

A Different Man | Sebastian Stan, Renata Reinsve e un’opera di identità e accettazione

Margherita Buy in un momento della nostra intervista a proposito di Volare, al cinema dal 22 febbraio con Fandango

VIDEO | Margherita Buy: «La mia Annabì, Volare e il valore della prima regia»