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Reacher | Una (bella) serie che riporta in auge un grande personaggio

Nick Santora e Lee Child danno riprova del loro talento nel creare una serie che sorprende. Su Prime

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Dopo Tom Cruise, è il turno di Alan Ritchson: Jack Reacher è tornato

MILANO – Un eroe, nel senso più moderno del termine, che non si piega alle regole del sistema; un giustiziere deciso ad aiutare a suon di pugni e testate i più deboli che incontra nel suo vagabondare. Il personaggio di Jack Reacher, nato dalla penna di Lee Child, era già stato portato al cinema in ben due film (Jack Reacher – Punto di non ritorno e Jack Reacher – La prova decisiva, che trovate su CHILI) interpretati da Tom Cruise, che avevano suscitato non poche discussioni. C’è stato da stupirsi, quindi, quando dagli studi di Prime Video è emersa Reacher, la serie tv realizzata da Nick Santora.

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Il personaggio di Jack Reacher torna sullo schermo

Anziché la classica aria un po’ da sbruffone che Cruise aveva donato al suo personaggio, il Jack Reacher di Alan Ritchson – perfetto nella parte – è molto più enigmatico e bonario, alla stregua di un supereroe. Muscoli e spalle larghe pronti a intimidire chiunque e tanta voglia di giustizia: sembra sulla buona strada per riportare davvero in auge questo eroe d’azione. Reacher decide di tornare agli inizi e riparte da quello che era il primo romanzo di Child, Killing Floor. Jack arriva nella piccola e tranquilla cittadina di Margrave, in Georgia, ma il suo ingresso nella comunità è accompagnato da un brutale omicidio di cui viene immediatamente incolpato.

Una scena della serie

D’altronde, se uno sbuca dal nulla e senza portare con sé oggetti personali di alcun valore, le menti chiuse di una comunità altrettanto chiusa su sé stessa ci mettono poco a fare due conti. Così come ci mette poco chi guarda a capire che Reacher non è la solita serie d’azione che si fa dimenticare due secondi dopo averla vista. Santora e Child sono stati molto attenti ad adattare la storia affinché non venissero commessi gli errori dei due film originali. La serie è sì un thriller in tutto e per tutto, ma ai momenti di suspense si alternano quelli del pulp più classico, le scene d’azione il più costruite possibile affinché ci sia un solo vincitore e una commedia acida e ironica nei momenti giusti che non può che far appassionare.

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L’improbabile trio di Reacher

La storia e le vicende in cui viene coinvolto Jack Reacher sono costruite e frammentate in modo che alla fine, alla resa dei conti, non ci sia un solo tassello fuori posto. Tutto si rimette magicamente in ordine e, per il piacere di chi è abituato a vedere un giallo risolto fino in fondo, la soddisfazione è assicurata. Così come gli amanti del true crime ricorderanno i simili paesaggi rurali e sconfinati dell’America che circondavano anche le riflessioni filosofiche – molte più di quante non ce ne siano qui – di True Detective.

Una scena di Reacher

Un improbabile trio composto da un ex soldato dell’Esercito come lo è Jack Reacher, un detective giusto e rispettoso delle regole e un ufficiale della polizia locale che si presta ad essere la spalla femminile che ogni personaggio di questo calibro che si rispetti non può non avere. Gli ingredienti ci sono tutti e, insieme, convincono. Il rischio di cadere nei soliti cliché che circondano gli eroi dei film d’azione era proprio dietro l’angolo, ma Reacher è riuscita davvero a riportare in auge questo personaggio tra i più amati del genere. Una sorpresa arrivata quando meno ce lo aspettavamo.

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Qui il trailer di Reacher:

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