Lorenzo Crestani NEW YORK – Dove sarebbero le super spie russe come i Jennings in The Americans senza i loro equipaggiamenti Anni Ottanta? Al di là dei jeans a vita alta e delle acconciature, lo show è popolato dall’elettronica del passato – telefoni, TV e radio autentici dell’era Reagan – provenienti da un archivio di oggetti nascosto all’interno di un magazzino a Brooklyn. Il Lower East Side Ecology Center, un’organizzazione senza scopo di lucro focalizzata sul riciclaggio, il riutilizzo e la riduzione dei rifiuti, che ha aperto il magazzino di rifiuti elettronici Gowanus nel 2012. Un anno dopo, è stato istituito l’archivio. «Ci siamo resi conto di quanti pezzi vintage davvero fantastici avessimo e sarebbe stato davvero un peccato riciclarli», ha raccontato Erin Cass, coordinatrice del programma, durante una visita al magazzino.
Il Warehouse è l’unico punto di sosta gratuito permanente in città aperto al pubblico, visto che una legge statale proibisce ai newyorkesi di buttare via i vecchi oggetti elettronici – quelli che vengono definiti e-waste – assieme alla spazzatura normale. L’archivio di oggetti di scena propone pezzi per produzioni televisive, video musicali e film indipendenti. Qualche nome di serie che hanno “approfittato” dello sterminato catalogo? Oltre a The Americans, vanno elencati Orange Is the New Black e The Blacklist. Sin dall’inizio dello show incentrato sull’agente dell’FBI Elizabeth Keen, i decoratori della serie – Shelley Barclay, Kate Foster e Sean Haines – hanno preso in affitto molti oggetti. «Per un episodio della sesta stagione, avevano bisogno di riempire un negozio di riparazioni di elettrodomestici, che Barclay ha chiamato ‘un buco nel muro molto vecchio stile’ e gli abbiamo mandato diversi oggi dal magazzino» ha detto Cass. Anche per un altro episodio in cui l’FBI è stato hackerato e i protagonisti sono stati abbandonati dai loro apparecchi elettronici, Foster ha scelto dall’archivio diverse vecchie apparecchiature audio e video.
Come funziona il meccanismo? Dal team di scenografi e decoratori viene inviata una mail a Cass con la richiesta specifica di oggetti, meglio se dettagliata. Ad esempio, un televisore a tubo catodico da 12 pollici con pannelli in legno del 1975, funzionante o meno. Dopo che il cliente ha ricevuto una quotazione, gli oggetti di scena vengono affittati mensilmente; alcuni di essi noleggiati a partire da $5, oltre ad un deposito pari al canone di affitto. Un budget piuttosto limitato, quindi, per un effetto notevole. Per il suo primo lavoro in un film indipendente, la scenografa Mary Attaway aveva bisogno di una grande macchina fotografica per un reporter televisivo e l’archivio ne aveva una per circa $20. E si possono noleggiare anche Blackberry, vecchi iPhone e computer. La selezione cambia di periodo in periodo perché è totalmente basata sulla donazione.
Cass ha iniziato a lavorare presso l’archivio di oggetti di scena la scorsa estate e ha dichiarato di voler trasformare la sua attività in una vera professione, con tanto di catalogo di supporti digitali online. Gli oggetti più richiesti adesso? Quadri elettrici, videoregistratori e console di videogiochi. Oltre a gestire l’archivio degli oggetti, Cass sovrintende anche al ReUse Store del magazzino, che vende prodotti elettronici rinnovati. «Tutto ciò che vendiamo nel negozio, se non diversamente indicato, è stato testato, eventuali problemi diagnosticati vengono riparati e poi testati altre due volte dai nostri tecnici», ha spiegato.
Parte dell’obiettivo dell’organizzazione, infatti, è anche quello di fornire accesso alla tecnologia a tutti coloro che non possono permettersi di acquistare uno smartphone. Il centro ecologico, inoltre, garantisce il 100% di sicurezza dei dati quando si cedono computer e hard disk. Per cancellare i dati, ha spiegato Cass, viene utilizzato un sistema a sette passaggi del Dipartimento della Difesa. Riciclo, smaltimento responsabile dei rifiuti, accesso democratico alla tecnologia. Ecco un vero circolo virtuoso.
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