ROMA – Salvo (Salvatore Ficarra), è ossessionato dalle serie TV al punto da essere ormai «dissociato», ha una moglie Ester (Anna Favella), interessata allo yoga e alla cucina salutista, alla quale non dedica le giuste attenzioni. Valentino (Valentino Picone), è un uomo timido e un po’ goffo che vive ancora con la madre fin troppo protettiva nei confronti di un figlio adulto che vizia in ogni modo. I due sono cognati, amici e colleghi di lavoro. Girano la Sicilia a bordo del loro furgoncino per riparare elettrodomestici in giro per l’isola. Una coppia qualunque che finisce al posto sbagliato nel momento sbagliato: la casa di un uomo – morto ammazzato – legato alla mafia. Parte da qui Incastrati, la prima serie TV scritta, diretta e interpretata da Ficarra e Picone disponibile dal 1° gennaio su Netflix.

Da un apparentamento ormai pieno delle loro impronte, persino sull’arma del delitto, che Salvo, memore delle numerose serie viste – su tutte la fittizia quanto geniale The Touch of the Killer – pensa bene di cancellare con una pulizia minuziosa della casa. Ma ormai il danno è fatto e la loro vita legata ad un delitto del quale sono innocenti ma che finirà comunque per metterli in seri guai. È una serie comica Incastrati, ma al suo interno il duo siciliano inserisce una serie di rimandi ed elementi che strizzano l’occhio ad altri generi – dall’action alla rom-com passando per il crime – che arricchiscono la narrazione.

E come per i loro film precedenti, da La Matassa a L’Ora Legale, al centro del racconto c’è un femminile forte, risoluto, indipendente – rappresentato dai personaggi interpretati da Anna Favella e Marianna di Martino – contrapposto ad un maschile infantile e confusionario. E come per i loro film precedenti anche in Incastrati, Ficarra e Picone non perdono l’occasione per inserire un riferimento alla nostra attualità. Questa volta, oltre a prendersi gioco con (auto)ironia di un maschilismo insito in modo quasi subconscio nella società, affidano ad un boss mafioso uno sfogo tragicomico sulla supremazia della politica sulla mafia.

A fare da contorno alla coppia di comici e alla loro controparte femminile una serie di personaggi, tutti rigorosamente e orgogliosamente siciliani, da un sempre grande Leo Gullotta a Mary Cipolla, da Tony Sperandeo a Sergio Friscia nei panni di un giornalista di cronaca nera che sogna il ritorno delle guerre tra cosche mafiose per veder impennare i dati di ascolto del suo programma TV. Sei episodi di circa mezz’ora in cui Ficarra e Picone adattano per il piccolo schermo la comicità e l’analisi e critica sociale che da sempre caratterizza il loro cinema e la loro comicità ad un nuovo linguaggio che il duo dimostra di saper gestire. Una serie leggera nei toni e nell’intreccio ma che, oltre a intrattenere, inserisce qua e là delle stoccate legate ai limiti di una società nella quale siamo immersi.
- HOT CORN TV | Ficarra e Picone raccontano Incastrati
La video intervista a Ficarra e Picone è a cura di Manuela Santacatterina:
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