Chiara Meattelli LOS ANGELES – Nel cuore degli Universal Studios c’è una zona dedicata a New York City: tra finti edifici in mattone e facciate di cinema inesistenti, spunta anche il Soundstage 22, il labirintico capannone dove si gira ogni episodio di Will & Grace. Qui ci dà appuntamento Eric McCormack, più noto come Will Truman, l’avvocato gay protagonista dell’amata serie americana. «Il nostro? Nient’altro che uno show sull’amicizia» spiega l’attore canadese. Il 30 marzo su Infinity ripartirà la decima stagione, con la nona lanciata come un reboot della serie a undici anni di distanza dall’episodio “finale” del 2016. «Se avessimo proseguito da lì, ora io e Grace avremmo dovuto avere un figlio ciascuno… invece si scopre che era tutto un sogno di Karen. Escamotage geniale, non crede?».
DIVERSITA’ «Ricordo quando sono entrato nella sala audizioni e ho cominciato a recitare la parte di Will Truman senza troppa enfasi e Max (Mutchnick il produttore esecutivo, NdR) mi disse: “Perfetto, non devi essere più gay di così”. Non ho mai capito come prendere il suo commento… Scherzi a parte, oggi a Hollywood si parla molto di diversità e con ogni probabilità, un attore eterosessuale come me non avrebbe mai avuto la parte di Will. Ma allo stesso tempo questo show mi ha dato l’opportunità di essere l’ambasciatore di una comunità che troppo spesso ha dovuto urlare per farsi ascoltare; anche giorni fa ho partecipato a un evento per malati di AIDS. Sono felice che i tempi stiano cambiando».
WILL TRUMAN «Qualcuno mi ha chiesto che differenza c’è tra il mio personaggio nello show di Netflix, Travelers, e quello in Will & Grace. Ebbene, il primo è semplicemente un personaggio che interpreto mentre Will Truman mi assomiglia davvero. Will contiene tutta la mia energia senza freni ed è la più grande forma di espressione del bambino che ho dentro. Anche io come Will sono pignolo ma anche un buon amico, un buon padrone di casa e mi piace fare le cose a modo mio».
SCRIPT VOLANTI «Non sono mai stato il migliore a imparare le battute. Debra (Messing, nello show è Grace, NdR) si arrabbia sempre con me perché magari siamo nel mezzo delle prove e mi interrompo perché non ho lo script sotto mano. Così lei mi tira il suo in testa!».
NEW YORK «Will & Grace è uno show molto newyorchese, nei giochi, nei riferimenti, in tutto. Dunque il fatto che abbia riscosso così tanto successo nel resto del mondo mi ha sempre sorpreso: Brasile e Norvegia ad esempio impazziscono per la serie. Però credo contenga un’umanità che lo rende attuale e universale, e che lo ha fatto invecchiare bene col tempo, cosa che non si può dire per molte serie americane. Ciò che più amo, è che ora dei fan storici mi si avvicinano per dirmi che anche i loro figli lo stanno scoprendo».
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