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Diavoli | Se una serie tv racconta il crollo finanziario dell’Europa

Un thriller finanziario diviso tra fiction e realtà con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey

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Patrick Dempsey e Alessandro Borghi. Foto Antonello&Montesi

MILANO – «Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: “Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa “Che cavolo è l’acqua?”». Si apre con la citazione di un discorso del 2005 di David Foster Wallace al Kenyon College, Diavoli, la miniserie in onda dal 17 aprile su Sky Atlantic tratta dal bestseller omonimo di Guido Maria Brera, qui anche in veste di sceneggiatore. Perché «la finanza è come l’acqua: non si vede, non ha odore, e per il più delle persone è impercettibile». Un thriller finanziario, dunque, ambientato nel cuore della City di Londra e diretto da Nick Hurran (Sherlock) e Jan Michelini (I Medici) con protagonisti Alessandro Borghi (alla sua prima, riuscita, prova attoriale in lingua inglese), Kasia Smutniak e Patrick Dempsey.

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Alessandro Borghi e Patrick Dempsey in una scena di Diavoli

L’azione si svolge nel 2011, dopo il crollo finanziario che solo tre anni prima aveva visto cadere a picco l’economi americana all’indomani dello scoppio della bolla immobiliare. La Grande Recessione che, come il pezzo di un domino, ha abbattuto le finanze del resto del mondo, Europa inclusa, tra attacco dei debiti sovrani e crisi greca. Una storia che ruota attorno al legame profondo quanto complesso tra due uomini: Massimo Ruggero (Alessandro Borghi), Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, la New York – London Investment Bank (NYL) e Dominic Morgan (Patrick Dempsey), CEO della banca e mentore di Massimo che lo definisce «lo squalo più veloce e letale del mare». Ma il legame tra i due s’incrina ad un passo dalla promozione di Massimo come Vice CEO, tra l’apparente suicidio di un collega, scandali e una serie di segreti pronti a venire a galla.

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Alessandro Borghi è Massimo Ruggero. Foto Antonello&Montesi

Così Diavoli intreccia finanza e storie personali, numeri e sentimenti, muovendosi all’unisono per mostrare da vicino il potere dei «nuovi dei» e l’influenza – molto spesso negativa – sulle nostre vite. «Il più grande inganno del diavolo è farci credere che non esiste» e, infatti, Massimo e gli altri shortano nei limiti della legalità nei loro completi eleganti mentre guadagnano bonus decidendo le sorti delle economie mondiali con un click o una telefonata. Il grande merito del romanzo e, di conseguenza, della serie è farci entrare in un mondo a noi sconosciuto, fatto di termini tecnici con i quali imparare a familiarizzare e con gli uomini e le donne che regolano gli equilibri finanziari del mondo visti dalla prospettiva europea.

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Una scena di Diavoli. Foto Antonello&Montesi

Un ambiente che Nick Hurran e Jan Michelini traducono in architetture sofisticate, tra vetrate e riflessi, lusso e colori freddi contrapponendole ad immagini di repertorio sgranate, concitate. Un contrasto visivo perfetto per mostrare azioni e reazioni e un dualismo che attraversa l’intera serie, tra la doppia anima di tutti i personaggi, verso i quali è impossibile dare un giudizio secco, e la regia. Dei sei episodi che abbiamo potuto vedere in anteprima è proprio il costante riferimento alla realtà innestata in una storia di finzione che più di tutto ci ha affascinati. Merito anche di una sottotrama incentrata sulla controinformazione, tra riferimenti a WikiLeaks e Julian Assange, Aaron Swartz e attivismo informatico. E non è una caso che Diavoli sia attraversata costantemente da lampi di notiziari o programmi radiofonici in sottofondo a contestualizzare temporalmente la vicenda.

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Un’immagine della serie. Foto Antonello&Montesi

E il fatto che Diavoli sia distribuita proprio in questi giorni ne amplifica il messaggio (con una seconda stagione già confermata che ripartirà proprio da una Milano in lockdown per raccontare, con un salto indietro nel tempo, l’anno della Brexit) . Mentre il mondo si è fermato i mercati stanno continuando a bruciare soldi, il segno meno davanti ai titoli in Borsa è una costante, la politica europea si scontra tra Coronabond e debiti pubblici collettivi, Russia e Arabia Saudita siglano accordi petroliferi e Trump freme per riaprire il Paese. Così, mentre guarderete la serie sarà inevitabile non poter fare a meno di chiedervi chi saranno i prossimi Diavoli pronti a mantenere l’ordine in questo momento di caos…

  • Diavoli | Alessandro Borghi, Patrick Dempsey e il lato oscuro della finanza

Qui potete vedere il trailer di Diavoli:

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