MILANO – «I don’t believe in Beatles». Era il 1970, i Fab Four si erano sciolti e John chiudeva il suo primo album solista, John Lennon/Plastic Ono Band, con God, brano in cui demoliva una serie di miti, da John F. Kennedy a Elvis fino a loro stessi, i baronetti di Liverpool che non c’erano più. Oltre quarant’anni dopo Danny Boyle e Richard Curtis in Yesterday, invece, immaginano un mondo in cui i Beatles non sono addirittura mai esistiti. Possibile? Davvero? Per rimanere in tema musicale potremmo dire che i due hanno firmato a quattro mani un duetto, proprio come ai tempi di Lennon & McCartney remixando l’idea di 28 giorni dopo – perché sì, un mondo senza Beatles è apocalittico – e inserendo campionature di The Millionaire e Questione di tempo.

Perché la storia di Jack Malik (Himesh Patel), un nowhere man con il sogno di sfondare come musicista e un talento mediocre, è costellata di elementi classici del cinema della coppia Boyle & Curtis. Una commedia musicale romantica su un giovane uomo che cerca di imporsi in un mondo – eccezione fatta per Ellie (Lily James), l’amica manager e amore segreto – che non si accorge di lui. Ci penserà un’inspiegabile blackout mondiale e l’impatto contro un bus a cambiarne il destino. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale, gli amici lo festeggiano tra pinte di birra e una chitarra nuova di zecca con cui Jack inizia a strimpellare Yesterday. «E questa quando l’hai scritta?» gli chiedono.

Così Jack, «the man he used to be» coglie al volo l’occasione per diventare quello che aveva sempre immaginato: un cantautore di successo. Per farlo usa i brani di John, Paul, George e Ringo e ben presto l’industria musicale – compreso un (auto)ironico Ed Sheeran – si accorge di lui. The long and winding road all’affermazione individuale e artistica diventa, in un attimo, una montagna russa, tra concerti in giro per il mondo e contratti discografici da capogiro. Eppure, ci mostrano Boyle e Curtis, il successo non è nulla se l’unica persona con cui vorresti condividerlo non è al tuo fianco. Oh boy, you gotta carry that weight!
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Come Quentin Tarantino in C’era una volta …a Hollywood, anche Danny Boyle e Richard Curtis decidono di riscrivere la storia a modo loro. Spassoso e irresistibile, Yesterday è attraversato da una vena malinconica e commovente che guarda al passato per cercare di rimodellare il futuro. Per farlo i due scelgono la band «più famosa di Gesù» e, nel caso ce ne fosse stato bisogno, ce ne ricordano la grandezza e l’influenza che la loro musica ha avuto nelle nostre vite facendoci credere in ieri. «It is so good to see you».
- Qui potete ascoltare Yesterday nella versione di Himesh Patel a Abbey Road:
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